La fisica quantistica ha rivoluzionato la nostra comprensione della realtà fisica, introducendo concetti come la superposizione e l’interconnessione a distanza. Allo stesso modo, il Regno dei Cieli (o di Dio) di cui parlano i Vangeli rappresenta una realtà che trascende la nostra esperienza quotidiana.
Sebbene le riflessioni che seguono siano ancora speculative e richiedano ulteriori approfondimenti, esplorare le possibili connessioni tra la fisica quantistica e i testi evangelici può offrirci nuove prospettive e stimolare un dialogo profondo tra scienza e spiritualità.
Il regno dei cieli nei vangeli: alcune riflessioni preliminari
Nei Vangeli, il Regno dei Cieli è spesso descritto in modo simbolico – ossia attraverso parabole – suggerendo una realtà che trascende la nostra esperienza quotidiana. Ecco alcuni versetti chiave e la loro possibile correlazione con i concetti della fisica quantistica:
Luca 17,20-21: «Interrogato dai farisei: ‘Quando verrà il regno di Dio?’ rispose loro: ‘Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: ‘Eccolo qui’ o: ‘Eccolo là’. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi».
La fisica quantistica ci insegna che le particelle subatomiche non hanno una posizione fissa finché non vengono osservate.
Allo stesso modo, il Regno dei Cieli non è un luogo fisico che può essere localizzato, ma una realtà presente e accessibile ovunque, al di là della nostra percezione sensoriale e dipende solo dal nostro “focus”, ossia da dove poniamo la nostra attenzione, che si trasforma in intenzione allorché ad essa è associata una potente carica emozionale.
Del resto, non è vero che le prime parole di Gesù nel Vangelo di Marco sono: «convertitevi e credete al vangelo»? La “conversione” in greco è metanoein, ossia “cambiamento di mente” o meglio ancora “di pensiero, di punto di osservazione”.
Perciò, l’invito è a smetterla di porre l’attenzione sempre e comunque al reale e al flusso ossessivo dei pensieri e del futuro prevedibile, per porlo su ciò che ancora non si vede, ma già esiste se immaginato ed agognato con tutto se stessi.
Giovanni 18,36: «Gesù rispose: ‘Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
La meccanica quantistica postula l’esistenza di molteplici realtà o dimensioni parallele. Il Regno dei Cieli, secondo Gesù, non appartiene a questo mondo fisico ma potrebbe esistere in una dimensione differente, inaccessibile attraverso i mezzi convenzionali, ma solo attraverso la meditazione e la preghiera che rompono il flusso dei pensieri e ci pongono in connessione con la nostra anima, laddove esiste ogni possibilità.
Matteo 13,31-32: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi, ma quando è cresciuto, è maggiore degli ortaggi e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido tra i suoi rami».
Non è vero forse che da un singolo seme può nascere una pianta che a sua volta produce una quantità innumerevole di semi? Ed il “campo” di cui si parla, non potrebbe alludere al “campo quantistico” dove può essere seminata una intenzione precisa, grazie alla meditazione spirituale che ci pone in uno stato staccato dalla materia e inserito in una dimensione spirituale ed energetica?
Superposizione quantistica e Regno dei Cieli
La superposizione quantistica – in particolare – è un principio fondamentale della fisica quantistica secondo cui una particella può esistere in più stati contemporaneamente fino a quando non viene osservata. Questo concetto potrebbe essere utilizzato come metafora per comprendere il Regno dei Cieli.
Nella meccanica quantistica, una particella può esistere in più stati o posizioni simultaneamente finché non viene misurata. Analogamente, il Regno dei Cieli potrebbe essere inteso come una realtà multidimensionale che coesiste con il nostro mondo fisico, ma che si manifesta pienamente solo attraverso la percezione spirituale e la fede.
In altre parole, il Regno dei cieli potrebbe essere pensato come un “campo di infinite possibilità”, tante quante sono le nostre intenzioni che formuliamo nella preghiera e nella meditazione.
La nostra intenzione, carica di energia ed emozione, può rendere presente – anche quando materialmente ancora non lo è – una di queste possibilità e “trasferirla” dalla dimensione del Regno dei Cieli a quella del mondo spazio-temporale (cfr. anche Mt 6,21).