E le tenebre ricoprivano l’abisso
Genesi 1,2
Qui ci sono due parole che necessitano di essere spiegate, o per meglio dire, immaginate. Gli antichi ebrei, infatti, non ragionavano per concetti, non si facevano idee astratte della realtà, ma nutrivano la loro mente delle immagini che l’ambiente naturale offriva loro.
Inoltre, le frasi del secondo versetto non andrebbero prese una ad una, separatamente, perché sono parte di un mosaico che, per essere ammirato in tutta la sua bellezza, deve essere contemplato nel suo insieme.
Le tenebre – in Ebraico chòsheq (חשֶׁךְ) – non sono l’assenza della luce, come quando in una stanza si spengono le luci prima di andarsene. Nella Bibbia, le tenebre sono una presenza, una realtà e non semplicemente un simbolo.
Immaginazione degli antichi ebrei
Esse, infatti, non rappresentano il male, ma sono il male, potremmo dire che ne rappresentano quasi la sostanza (cfr. Proverbi cap. 2, vers. 13; cap. 20, vers. 20; Sapienza cap. 17, vers. 2 e 16; Siracide cap. 11, vers. 16).
Certamente, per l’ebreo antico la notte era l’immagine più eloquente delle tenebre, egli però sapeva che le tenebre erano comunque una presenza sinistra, derivante non certamente da Dio … Ebbene queste tenebre – immaginiamole come dense volute di fumo, come quelle del petrolio che brucia – ricoprivano l’abisso, in ebraico téhom (תְּהוֹם).
L’abisso, nella Bibbia, è sempre la distesa profonda e misteriosa dei mari (cfr. Giobbe cap. 28, vers. 14; cap. 38, vers. 16; cap. 38, vers. 30; Sapienza cap. 10, vers. 9).
Insomma, viene qui descritto non il pianeta terra con i continenti emersi, ma solo una tavola piatta – così immaginavano la terra gli antichi – totalmente ricoperta dalle acque e sovrastata dalle tenebre … questo è lo scenario prima che Dio inizi a creare l’intero habitat terrestre, uomo compreso.