Il secondo libro dei Maccabei non è la continuazione del primo, perché si concentra su alcuni fatti ed ha un accento fortemente teologico.
Il periodo storico va dall’assalto al tesoro del tempio, ai tempi di Seleuco IV (187-175 a.C.), alle lotte per il Sommo Sacerdozio, alla persecuzione religiosa di Antioco IV Epìfane, al racconto della rivolta dei maccabei e la vittoria di Giuda su Nicànore (160).
Divisione in capitoli:
- Introduzione (1,1-2,32)
- Il sommo sacerdozio e il tempio (3,1-5,20)
- La persecuzione di Antioco IV Epìfane (5,21-7,42)
- Storia di Giuda Maccabeo (8,1-15,36)
- Epilogo (15,37-39).
Il libro si presenta come il riassunto di un’opera in cinque libri di un certo e ignoto Giasone di Cirene, contiene all’inizio due lettere nelle quali i Giudei d’Egitto sono invitati a celebrare, insieme con gli ebrei della Giudea, la festa della Dedicazione del tempio.
Il libro contiene un po’ di tutto. Accanto al racconto di guerre troviamo documenti ufficiali, leggende e interventi improvvisi e prodigiosi di Dio a favore dei Giudei.
Interessi
Al centro dell’interesse dell’autore è il Tempio di Gerusalemme e la sua gloria. Dio assiste i Giudei, ma li punisce anche per l’empietà dei sommi sacerdoti e perché molti hanno dimenticato le tradizioni dei padri.
Sono temi e idee ormai lontano dalla nostra sensibilità, ma che per questo non vanno biasimati, ma inseriti nel loro giusto contesto storico, ormai passato.
In Secondo Maccabei è in forte risalto la fede nell’esistenza di una vita dopo la morte, anche della resurrezione dei corpi (cfr. 2 Maccabei 7,23). Questa vita può essere ottenuta anche grazie alle preghiere d’intercessione dei vivi. Inoltre, per la prima volta viene formulata chiaramente la tesi della “creazione dal nulla” (2 Maccabei 7,28).