Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto».
Genesi 3,10
Perché Adamo ebbe paura? Cosa significa essere nudi? Significa la consapevolezza di essere creature davanti a Dio, bisognose di affidarsi a lui – e solo a lui – per poter vivere un’esistenza degna di questo nome.
L’angoscia che cova sotto le ceneri
Ma ciò è possibile solo quando non si fugge dall’angoscia, quando essa affiora, ma la si lascia parlare. Ci accorgeremo subito di quante maschere e stratagemmi usiamo ogni giorno per non sentirla; per illuderci di trovare in qualche angolo della nostra vita, qualcosa che possa essere strappato al logorio del tempo e alla fragilità della vita.
Insomma, finché l’angoscia cova sotto le ceneri, NOI dobbiamo essere Dio, illudendoci di dare all’effimero uno spessore e un sapore di eterno che esso non può e non potrà mai avere.
Quando il fiume pauroso e tenebroso scorre sotto l’apparente calma quotidiana, essere semplici creature, fragili e tremanti è una condizione insopportabile e non può essere tollerata, neppure un minuto. La nudità è scoprirsi improvvisamente tali.
E quando ciò accade, magari in seguito a qualcosa di tragico che è accaduto, affiora subito la paura. La paura di cadere in quel baratro che, fino a quel momento, si è accuratamente velato e coperto. Ci vorrà tempo e tanta pazienza per capire che non si tratta di un baratro, ma di uno spazio che può essere abitato e trasformato.
Prima di allora, occorre subito affidarsi a Dio, una buona volta. Ma a chi? Al Dio dispotico e faraonico che ha assunto i volti e le storie di quelle persone a cui incautamente ci siamo affidati? No, certamente.
Il vero volto di Dio oltre la cortina della paura
Occorre invocare, pregare, urlare che il Dio dell’amore e della pace riveli finalmente il suo volto e abbracci finalmente la nostra esistenza, donandole quella sicurezza che nessuno al mondo può darci.
Egli, infatti rifugge ogni schema, ogni morale, ogni idea, ogni dottrina, per rivelarsi semplicemente nella luce e nella pace in cui abita. La Genesi lo presenta come un signore tranquillo e che passeggia sereno nel giardino.
Ma quando accade veramente qualcosa di inaspettato o di tragico e non si decide di ascoltare e ascoltarsi senza censure, questa immagine di Dio ‘spaventa’ perché corrisponde alla fragilità e alla precarietà appena affiorate. Non ci sono sconti e non ci sono facili via d’uscita.
Una cosa sola è certa: quando l’angoscia affiora, perché ci scopriamo (finalmente) nudi, appare subito il Dio dell’amore e della pace che abita appena oltre il velo dell’angoscia … basta mettersi in contatto con lui, prima possibile!