Denominato 1QH – hodayot (in Ebraico הוֹדָיוֹת “inni ) dalla prima grotta di Qumran – è un rotolo di pergamena che contiene componimenti poetici in prima persona, come molti salmi della Bibbia e che erano usati dagli Esseni di Qumran per pregare e rivolgersi a Dio.
Chi li ha scritti?
Molti pensano che si tratti di preghiere di lode composte dal Maestro di Giustizia, il misterioso fondatore della comunità essenica insediatasi a Qumran. Oltre che nella prima grotta, frammenti di inni furono trovati anche nella quarta grotta di Qumran.
Insieme alla Regola della Comunità, il Rotolo degli Inni è il testo più antico e che riflette genuinamente la teologia e il pensiero dell’inizio del movimento di Qumran. La datazione, perciò, risale alla seconda metà del II secolo a.C., quando gli ebrei dissidenti si staccarono dagli ambienti di Gerusalemme.
Di cosa parlano?
Ecco i temi più importanti presenti negli inni:
- Dio è il creatore di ogni cosa, della terra, dei mari, dei cieli, dei corpi celesti, degli spiriti e dell’uomo. Egli ha creato qualsiasi cosa umana, parole comprese. Egli è eterno buono e misericordioso
- L’uomo, invece, è unicamente un essere mortale, fragile e peccaminoso. Il peccato condiziona così radicalmente la natura umana, che senza una divina assistenza, l’uomo è totalmente incapace di fare qualsiasi cosa. Secondo il ben noto schema teologico qumranico, gli uomini sono divisi in buoni e cattivi, predestinati alla salvezza o alla rovina.
- Un forte accento è posto sulla conoscenza, requisito essenziale per ottenere la salvezza. Di essa sono privi coloro che non abitano nella comunità ed è un segno tipico della elezione divina dei buoni.
Riporto qui di un bellissimo testo tratto dal primo inno:
Ti ringrazio Signore,
sorgente della potenza,
grande nel consiglio.
Le tue misericordie sono senza numero,
e terribile la tua gelosia.
Chi potrà sussistere davanti alla tua collera?
Sei tardo alla collera nel tuo giudizio.
Tu sei giusto in tutte le tue azioni.
Nella tua sapienza
hai fondato le generazioni eterne:
prima che le creassi
tu conoscevi tutte le loro opere
da tutte le eternità.
Perché tutto si compie secondo il tuo beneplacito
e non si può conoscere nulla senza il tuo beneplacito.
Tu hai plasmato ogni spirito,
hai fatto l’anima e hai dato uno statuto
e un giudizio a tutte le loro azioni.
Tu hai disteso i cieli per la tua gloria,
hai creato ogni anima secondo il tuo beneplacito
e gli spiriti potenti secondo i loro statuti,
prima che diventassero angeli della tua santità,
spiriti eterni nei loro dominii,
i luminari secondo i loro misteri,
e le stelle secondo i loro sentieri,
e tutti i venti tempestosi secondo la loro carica,
i lampi e i tuoni secondo il loro servizio
e le riserve del piano provvidenziale secondo i loro scopi,
la nebbia e i chicchi di grandine secondo le loro misteriose leggi.
Nel tuo vigore, tu hai creato la terra, i mari, gli abissi,
e nella tua sapienza tu hai fondato anche i cieli, le stelle
e tutto ciò che in essi si trova …
È dalla tua intelligenza ch’io conosco queste cose,
giacché tu mi hai aperto le orecchie a meravigliosi segreti.
Io non sono che una creatura d’argilla,
un essere impastato con acqua,
un ammasso d’ignominia
e una sorgente d’impurità,
una fornace d’iniquità e un edificio di peccato,
uno spirito di errore e perverso,
sprovvisto d’intelligenza,
spaventato dei giudizi giusti.
Che cosa posso dire che non sia già noto?
Che cosa posso ascoltare che non sia già narrato?
Ogni cosa è incisa al tuo cospetto,
con lo stilo del ricordo per tutti i tempi determinati in perpetuo,
e i cicli del numero degli anni eterni,
in tutti i loro tempi stabiliti,
non sono stati celati né sottratti dal tuo cospetto …
Tu hai cerato sulla lingua uno spirito,
conosci le sue parole e hai stabilito il frutto delle sue labbra prima che vengano all’esistenza.
Tu hai disposto le parole su una riga
e l’emissione dello spirito delle labbra su di una misura …
Tu nella tua misericordia
e nella tua grande bontà
hai irrobustito lo spirito dell’uomo di fronte ai flagelli
e l’hai purificato dall’abbondanza di iniquità,
affinché, in presenza di tutte le tue opere,
narri le tue meraviglie.
Sono presenti tutti i temi più cari all’autore degli Inni. Il cosmo è riflesso della potenza di Dio che l’ha creato.
In esso è racchiusa la sua saggezza e la corrispondente enorme inadeguatezza dell’uomo. Egli può conoscere i misteri del cosmo, solo se Dio gli concede saggezza e intelligenza; diversamente egli è solo un ammasso di iniquità e insensatezza.
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