(a cura di Igor Braha) Una volta chiesi al rabbino della mia sinagoga di Milano, perché nella Bibbia ci sia scritto più volte che D-o si arrabbia, ma mai che D-o sia felice (a dire la verità li ho chiesto perché non è mai abbinato il verbo “essere felice” שמח con il nome di D-o). Mi diede una risposta che mi fece riflettere molto: “La felicità è lo stato predefinito di D-o”.
D-o è felice per definizione. Continuando questo pensiero, Maimonide dice una cosa interessante sui profeti
….La profezia non può avvenire in uno stato di tristezza, solo in uno stato felicità…”.
Halachot Yesod HaTorah Cap. 7, Halacha 4
Secondo Maimonide il profeta che non sia felice, non può essere profeta. Nel Pentateuco vi è più volte richiesto il dovere e l’obbligo di essere felici. Uno di tanti esempi: Levitico, Cap.23 verso 40 – in ebraico vi è usato il verbo שמח. Non è una utopia a darci un precetto di forzarci ad essere “felici”?
Il famoso filosofo Spinoza disse:
La felicità non è la ricompensa della virtù, ma è la virtù stessa
O come disse Buddha:
Non c’è una via per raggiungere la felicità. La felicità è la via
O per buttarla li sul ridere:
In India si dice: “Se vedi tutto grigio…..sposta l’Elefante”.
In poche parole: “LA FELICITÀ NON È UNO STATO D’ANIMO, MA UNA SCELTA DI VITA!” Ma cosa c’entra tutto questo con l’EBRAICO BIBLICO? La radice della parola felicità in ebraico è שמח. Sembra l’unione di 2 parole שמ + מח. La prima è la radice di mettere שמ La seconda è testa מח
Detta in semplici parole:
NON ASPETTATE CHE LA FELICITÀ VI PIOVA GIÙ DAL CIELO, MA ELEVATE LA TESTA LA SU DOVE VI È LA FELICITÀ! Siate come il profeta!
Per qualsiasi ulteriore chiarimento potete scrivermi a igorbraha@gmail.com