(Articolo di Antonio Auletta) Sukkot (plurale di סֻכָּה, sukkah) significa “capanne” e, infatti, capanne vengono costruite dagli ebrei per questa festa in ricordo dei quarant’anni trascorsi nel deserto dai loro padri, quando abitarono in dimore instabili e precarie.
La sukkah, tipicamente adornata con fiori e frutta, deve essere realizzata all’aperto e avere un tetto fatto di foglie e rami che, però, presenti un’apertura da cui di possa scorgere il cielo per ricordare che l’uomo deve avere la mente e lo spirito rivolti verso l’alto.
Origine della festa
Secondo il calendario ebraico, questa festa inizia il 15 di Tishri e dura sette giorni (otto in diaspora).
L’origine di questa festa di pellegrinaggio è da ricercare in Levitico 23,42-43, un passo in cui è D-o che parla:
בַּסֻּכֹּת תֵּשְׁבוּ שִׁבְעַת יָמִים כָּל־הָאֶזְרָח בְּיִשְׂרָאֵל יֵשְׁבוּ בַּסֻּכֹּת
לְמַעַן יֵדְעוּ דֹרֹתֵיכֶם כִּי בַסֻּכּוֹת הוֹשַׁבְתִּי אֶת־בְּנֵי יִשְׂרָאֵל בְּהוֹצִיאִי אוֹתָם מֵאֶרֶץ מִצְרָיִם אֲנִי יְהוָה אֱלֹהֵיכֶם«Dimorerete in capanne per sette giorni; tutti i cittadini d’Israele dimoreranno in capanne, perché i vostri discendenti sappiano che io ho fatto dimorare in capanne gli Israeliti, quando li ho condotti fuori dal paese d’Egitto. Io sono il Signore vostro Dio».
Si prega agitando il לוּלָב lulav (un ramoscello verde di palma) insieme al mirto (הֲדַס hadas) e al salice (עֲרָבָה gharavah) e un cedro (אֶתְרוֹג ‘etrog) come da prescrizione sempre del Levitico (23,40):
וּלְקַחְתֶּם לָכֶם בַּיּוֹם הָרִאשׁוֹן פְּרִי עֵץ הָדָר כַּפֹּת תְּמָרִים וַעֲנַף עֵץ־עָבֹת וְעַרְבֵי־נָחַל וּשְׂמַחְתֶּם לִפְנֵי יְהוָה אֱלֹהֵיכֶם שִׁבְעַת יָמִים
«Il primo giorno prenderete frutti degli alberi migliori: rami di palma, rami con dense foglie e salici di torrente e gioirete davanti al Signore vostro Dio per sette giorni».
L’augurio di questo giorno
L’augurio che ci si scambia in questo giorno è:
חַג סֻכּוֹת שָׂמֵחַ
Chag Sukkot Sameach “Una gioiosa festa di sukkot”