Da secoli essa è al centro di dibattiti non solo riguardo ai suoi contenuti e alle sue dottrine, ma anche intorno al modo in cui interpretarla.
Il modo in cui la leggono gli Ebrei
Gran parte degli Ebrei interpretano le Sacre Scritture – che corrisponde grosso modo al nostro Antico Testamento e che chiamano Tanak – alla lettera, ingegnandosi così ad appianare ogni difficoltà e contraddizione attraverso commenti che spesso risultano più difficili dei brani che vorrebbero spiegare, i cosiddetti midrashim.
Ancor oggi l’interpretazione letterale della Bibbia è assai in voga ed è rappresentata da due tendenze.
Le due tendenze interpretative della Bibbia
La prima, quella dei cattolici più conservatori, i quali prendono qualsiasi cosa di cui parla il testo sacro, in specie i contenuti del Nuovo Testamento, come una realtà oggettiva: angeli, demòni, inferno, paradiso, etc.
Per “oggettiva” intendo qui il modo in cui gli autori della Bibbia descrivono queste realtà.
Ma c’è anche chi la interpreta alla lettera per dimostrarne l’illogicità e la sua assoluta inaffidabilità, cercando per lo più di avvallare idee personali più o meno stravaganti: UFO, letture di genere, etc.
L’allegoria e la tipologia
Fin dai primi secoli, molti autori hanno escogitato diversi modi per ovviare alla interpretazione letterale della Bibbia: l’allegoria e la tipologia sono i più importanti. In tal modo la Bibbia parlerebbe di realtà in riferimento alla Chiesa, oppure alla vita spirituale dell’individuo, oppure ancora annuncerebbe cose future.
Senza negare il fondamento di questo tipo di letture, tuttavia esse – giustamente – danno sempre l’impressione all’uomo di oggi di accomodamenti artificiosi.
Al di fuori di alcuni casi eccezionali – vedi per esempio S. Agostino – è difficile oggi accettare questo tipo di interpretazione, sia pur affascinante. Qual è allora il modo corretto di interpretare la Bibbia?
Occorre valorizzare ogni cosa
A mio giudizio bisogna saper valorizzare tutto ciò che la storia dell’interpretazione della Bibbia offre a livello di comprensione della Bibbia.
Non mi riferisco solo agli interpreti veri e propri, fin dall’antichità, come per esempio i padri e i dottori della Chiesa.
La Bibbia però deve parlare alla vita
Ogni riflessione può aiutare a capire più in profondità la Bibbia, allargando il cerchio degli autori ben al di fuori della Religione Cattolica e ben oltre i limiti dell’esegesi. Ma ciò non basta.
Non basta infatti collezionare riflessioni e interpretazioni, bisogna saper giungere a quel livello della Bibbia essa acquista il respiro universale valido per ogni uomo di ogni tempo.
La Bibbia, infatti, come qualsiasi altro libro dell’antichità non parla solo di storia. Almeno questo non è il suo scopo principale.
Essa vuole parlare al cuore di ogni uomo, anche oltre le barriere e gli schieramenti religiosi in cui è stata spesso strumentalizzata e rinchiusa. Questo è uno dei temi centrali del mio libro Il potere segreto della Bibbia.