Io sono come un otre esposto al fumo
כִּֽי־הָ֭יִיתִי כְּנֹ֣אד בְּקִיט֑וֹרSalmo 119,83
L’otre (נֹ֣אד) erano contenitori di uso quotidiano. Venivano ricavati da pelli di animali adeguatamente lavorate.
La loro elasticità e maneggevolezza li rendeva utilizzabili per contenere liquidi di svariati tipi. Potevano essere usati per contenere acqua, vino, olio, latte. Il loro uso risale a tempi molto antichi.
Già in Genesi 21,14,15 se ne trovano dei riferimenti, come contenitori di acqua importanti e preziosi.
Abramo si alzò di buon mattino, prese il pane e un otre di acqua e li diede ad Agar, caricandoli sulle sue spalle; le consegnò il fanciullo e la mandò via. Essa se ne andò e si smarrì per il deserto di Bersabea. Tutta l’acqua dell’otre era venuta a mancare.
Genesi 21,14-15
L’otre simbolo dell’uomo
L’uso ampio che se ne faceva li esponeva agli agenti esterni. L’autore del Salmo 119 utilizza l’immagine dell’otre, oggetto semplice e comune, per assimilarlo alla vita dell’uomo.
La sua affermazione “sono come un otre esposto al fumo” fissa un’immagine famigliare. Gli otri che venivano usati per contenere vino, dovevano essere posti in alto, in quelle che erano le cucine del tempo, dove erano esposti al fumo.
Un processo rozzo ma necessario affinché il vino giungesse a maturazione. Il vino che essi contenevano assumeva delle qualità organolettiche di prestigio, proprio in virtù di questa pratica. La Scrittura utilizza l’immagine dell’otre per descrivere la vita dell’uomo evidenziando la sua limitatezza e caducità
La frase “Sono come un otre esposto al fumo” esprime molto bene i travagli di una vita esposta a dolori, difficoltà, sofferenze.
Il vino dentro l’otre
Il valore dell’otre non era legato a sé stesso, ma a ciò che conteneva e proteggeva. Il vino, l’acqua, l’olio il latte, erano elementi preziosi che davano valore alla semplicità del contenitore.
Un otre di acqua nel deserto acquisiva una importanza vitale. Similmente un otre di vino, di latte, di olio avevano molto valore in virtù del loro contenuto.
L’otre di Dio
A fianco di queste immagini che sottolineano la limitatezza umana, la Bibbia presenta un’altra immagine tenera e consolante riferita a Dio:
I passi del mio vagare tu li hai contati,
le mie lacrime nell’otre tuo raccogli;
non sono forse scritte nel tuo libro?Salmo 76:9
Se gli uomini custodivano negli otri ciò che consideravano prezioso, Dio non è da meno.
Egli raccoglie e custodisce nel ” Suo otre”, nella Sua mano, qualcosa che considera molto importante e di grande valore: le nostre lacrime
È un’immagine questa che evoca la tenerezza di Dio, attento a ogni nostra sofferenza, a ogni lacrima versata che Egli stesso accoglie e custodisce presso di Sé come qualcosa di prezioso.
Quando la nostra vita è sottoposta al fumo delle prove, e si trova annerita, vuota , senza risorse, Dio ci è vicino e raccoglie ogni nostra lacrima e le conserva in “otri eterni”, presso di Sé, oltre le barriere dell’infinito.
(Articolo di Lisetta Delsolato)