Se Dio ha un nome preciso – yhwh/Adonai – ciò che gli si contrappone è una realtà anonima e definita esclusivamente dalle sue manifestazioni. È su questo piano che possiamo fare dei confronti col mondo di Dio, per tentare di coglierne la natura.
Se Dio è luminoso, il mondo che gli si oppone è tenebroso. Se il mondo degli uomini che si apre a Dio e con cui esso comunica si chiama cosmo, l’uomo che si chiude a Dio ed anzi desidera sostituirsi ad esso si chiama caos.
La natura profonda del male è anonima perché è tenebrosa e caotica. È da questo abisso senza fine che emergono le manifestazioni di cui la Bibbia parla: il serpente, Asmodeo, satana, demonio, belzebù, tentatore, ingannatore, drago rosso, Anticristo. Ad eccezione del serpente, la cui natura è ambigua, i nomi del male non sono simboli. Essi, infatti, non comunicano la luce del mondo di Dio.
Il male ha più nomi, perché le Tenebre sono una realtà pluriforme, diversamente dalla Luce che invece è una realtà coesa e compatta. I nomi del male ne rappresentano le funzioni rispetto al cosmo: lo avversano (satana), lo seducono (tentatore), mentiscono (ingannatore).
Ma il nome del male che meglio degli altri unirebbe tutte queste caratteristiche è DIAVOLO. Non un bestione peloso, con zoccoli e corna, coda saettante e ali da pipistrello. Se proprio volete, si continui pure ad immaginarlo così, a condizione che se ne colga la sua più insidiosa e profonda natura: quella di dividere l’uomo dall’uomo e soprattutto da Dio.