Dio vide che la malvagità era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male.
(Gen 6,5)
Dio qui viene immaginato un po’ come il vecchio personaggio canuto e con la barca bianca di tanti dipinti che si trovano nelle chiese. Egli se ne sta a guardare dall’alto, a rimirare una terra che non è più bella e perfetta come l’aveva creata.
Un quadro, lo sappiamo tutti, è frutto dell’immaginazione del pittore che dà forma e colore alle immagini che ha nella sua testa. Nella Bibbia è un po’ la stessa cosa.
Il giudizio come senso profondo
Un conto è osservare ciò che accade intorno a noi, un conto è esprimerne un giudizio. Il giudizio è qualcosa di estrinseco alla realtà, ma che comunque ne coglie – od almeno cerca di farlo – il senso profondo. La realtà osservata dall’autore della Genesi è che la gente che abitava il mondo in cui lui stesso viveva era malvagia. Era un dato di fatto, basato sull’esperienza.
Ma siccome chi scrisse la Bibbia era, ovviamente, una persona di fede, egli allora volle dire che questa situazione non era nascosta a Dio che vede ogni cosa. Quest’ultimo elemento è valido, ancor oggi, solo per chi ha fede in Dio; mentre la constatazione della realtà è perfettamente condivisibile e vale la pena di approfondirla.
Il mondo allora era malvagio perché gli uomini erano malvagi. Anzi, c’è qui una specie di interferenza tra mondi, quello globale e quello individuale.
La malvagità e il Male
La malvagità che c’è nel mondo, infatti, non è conseguenza diretta di un influsso maligno che aleggia nell’aria, ma del mondo che vive dentro di noi: le nostre emozioni, i nostri progetti, i nostri desideri, i nostri pensieri che possono prendere una forma negativa o positiva, benevola o malevola.
C’è sempre l’insinuazione del Male, ovviamente, ma c’è anche la libertà sovrana delle persone che possono liberamente dar forma ed espressione benigna o maligna a ciò che vive dentro di esse. In poche parole, se il cuore è malvagio, anche il tuo mondo diventerà malvagio e, di conseguenza, non si potrà di certo sperare che le cose cambino in meglio.
Malvagità del cuore, malvagità del mondo
Ma il brano della Bibbia dice molto, molto di più. Si tratta, se vogliamo, di una sorta di sinistra equazione tra la malvagità del mondo e la malvagità del mondo interiore di una persona.
Un’equazione che costituisce l’elemento che permette di stabilire quando il mondo globale rischia davvero la fine. Si dice infatti che:
Ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male
(Gen 6)
Dio vede dentro e fuori
Chi può vedere dentro l’uomo se non Dio? Chi può sondare il cuore dell’uomo, scrutandone le intenzioni se non Lui?
Ecco perché qui si parla di Dio, che vede non solo il mondo, ma anche il mondo interiore di ogni persona. Ad ogni modo, qui si dice che non c’era uomo che non escogitasse qualcosa di male.
Non c’era pensiero o progetto buono e positivo, non c’era alcuna intenzione benevola se non quella di fare o architettare qualcosa di diabolico, qualcosa che giovasse a se stessi, ma nuocesse mortalmente agli altri.
L’equazione biblica
Evidentemente, quando ciò accade viene il “diluvio”, ossia l’invasione delle acque, del caos. Quando ciò accade la storia, degli ebrei e la nostra, pende irreversibilmente verso il baratro, senza alcuna possibilità di redenzione, almeno da un punto di vista umano.
Ecco allora l’equazione biblica della fine del mondo: quando la totalità dei cuori è dedita al male, il mondo è vicino alla fine. Anche nel racconto della distruzione di Sodoma è in atto la stessa dinamica. Non tanto (e non solo) la perversione sessuale, ma il fatto che non vi si trovasse un giusto causò la distruzione della città.