Nella Bibbia ebraica, i colori non sono semplicemente descrizioni visive; ogni termine cromatico racchiude un significato profondo che offre un accesso alle sfumature culturali, spirituali e simboliche del mondo antico.
Il rosso (אָדֹם – ’adom)
- Radice: dal verbo ’adam, che significa “essere rosso” o “essere color della terra”. Questo colore ha un forte richiamo alla natura umana, dato che ’adam è anche la radice del nome di Adamo, primo uomo creato dalla terra.
- Significato: il rosso simboleggia il sangue, la vitalità, ma anche la sofferenza e il sacrificio.
Genesi 25,30 – Esaù è descritto come “rosso, rossiccio” al momento della nascita. La parola ’adom richiama sia il colore della terra, sia l’energia grezza e istintiva che caratterizza Esaù, contrapposta all’astuzia di Giacobbe. Questo brano sottolinea il legame tra il colore rosso e la vitalità umana, ma anche il suo aspetto impetuoso e vulnerabile.
Esodo 12,7 – Ddurante la Pasqua ebraica, il sangue dell’agnello è posto sulle porte per proteggere le famiglie israelite. Questo gesto attribuisce al rosso un valore di protezione e redenzione. La vita è preservata grazie a un atto sacrificale, e il rosso, come colore del sangue, diventa simbolo di salvezza e rinnovamento spirituale.
2. Il Blu (תְּכֵלֶת – tekhelet)
- Radice: dal termine tkal, che indica la qualità preziosa di una tintura usata nei paramenti sacri e nel tabernacolo. Questo colore raro era legato a una precisa procedura di estrazione da un mollusco.
- Significato: nella Bibbia, il blu rappresenta la purezza, la divinità e l’infinito.
Numeri 15,38-39 – Dio ordina agli Israeliti di mettere un filo blu nei bordi delle loro frange come richiamo alla legge. Questo colore, associato al cielo e quindi a Dio, simboleggia il collegamento tra l’umanità e il divino. Tekhelet diventa un promemoria fisico dei comandamenti e della fedeltà a Dio, invitando l’individuo a vivere con integrità e consapevolezza della sua presenza.
Esodo 26,1 – La tintura blu viene utilizzata per il velo del Tabernacolo. Questo drappo blu separa il luogo sacro (il Santo dei Santi) dal resto del santuario, evidenziando la trascendenza e la purezza di Dio. Il blu, qui, è un segno di purezza e sacralità che circonda la presenza divina.
3. Il Bianco (לָבָן – lavan)
- Radice: derivato da lavan, che significa “essere bianco” o “puro”.
- Significato: simbolo di purezza e pulizia, il bianco appare in contesti rituali e descrive spesso la santità. Nel Salmo 51, per esempio, il bianco è associato alla purificazione dai peccati, simboleggiando un ritorno alla purezza originaria.
Isaia 1,18 – “Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve”. Qui, il bianco rappresenta la purezza e la purificazione. Dio promette una trasformazione, portando l’essere umano da una condizione di peccato a una di redenzione e pace. Il bianco è associato al concetto di grazia e perdono.
Qoelet 9,8 – “Siano le tue vesti sempre bianche”. Questo invito è un simbolo di purezza e di gioia, ma anche di uno stile di vita orientato alla spiritualità. Indossare abiti bianchi suggerisce una predisposizione alla purezza e alla gioia che accompagna una vita giusta.
4. Il Verde (יָרֹק – yarok)
- Radice: Yarok è associato alla vegetazione e ai segni di vita nella Bibbia.
- Significato: Il verde simboleggia la speranza e il rinnovamento. Nei Salmi, la vita e la grazia divina sono spesso paragonate a un albero verdeggiante, rappresentazione della fertilità e della grazia.
Salmo 23,2 – “Mi fa riposare in pascoli verdeggianti”. Il verde rappresenta la vitalità e la cura divina; Dio è raffigurato come il Pastore che porta il fedele in luoghi rigogliosi e sicuri, dove rigenerarsi. Questo colore simboleggia la speranza e la protezione.
Geremia 17,8 – “È come un albero piantato vicino all’acqua… le sue foglie sono sempre verdi”. Il verde qui esprime continuità, stabilità e fiducia. Chi confida nel Signore è paragonato a un albero sempre verde, un’immagine di prosperità e sicurezza che sottolinea la forza di una vita radicata nella fede.
5. Il Nero (שָׁחֹר – shachor)
- Radice: Dal verbo shachar, che significa “essere scuro” o “nero”.
- Significato: Nella Bibbia, il nero ha spesso connotazioni legate al dolore e alla tristezza. Nel Cantico dei Cantici, il colore nero è usato per descrivere la pelle scura della donna amata, simbolo sia di bellezza sia di vulnerabilità.
Cantico dei Cantici 1,5 – “Sono nera ma bella”. Qui il nero è sia simbolo di bellezza sia di durezza. La donna amata è “nera” a causa del sole, elemento che sottolinea la sua autenticità e vulnerabilità. Il nero, in questo contesto, viene quindi rivalutato come un attributo di bellezza e forza.
Gioele 2,2 – “Un giorno di tenebra e d’ombra”. Il nero diventa simbolo di distruzione e di giudizio. Questo colore è spesso associato al lutto e alla sofferenza, evocando il lato oscuro della vita e le prove dell’esistenza.
Ogni colore ha un ruolo che va oltre la pura descrizione visiva; è un veicolo di emozioni e valori universali. Il rosso infonde forza vitale e coraggio; il blu evoca serenità e rispetto per la dimensione sacra; il bianco porta pace e desiderio di purificazione; il verde è speranza e fertilità; il nero, infine, invita alla riflessione e alla resilienza. Questi colori, radicati nella Bibbia, continuano a influenzare l’immaginario e l’emotività contemporanea, rafforzando l’idea che i simboli cromatici siano uno specchio della nostra ricerca di senso e armonia.