Giacobbe – יַעֲקֹב (Yaʿakov “soppianterà”, ma anche con un riferimento al fatto che fu preso per un calcagno עָקֵב “aqev” al momento del parto) – noto anche come Israele, è un personaggio biblico di cui si parla nella Genesi (capp. 25.27-33). È il figlio di Isacco e il nipote di Abramo.
Giacobbe aveva un fratello gemello di nome Esaù – עֵשָׂו (‘eshau “peloso”) – cui strappò il diritto di primogenitura per un piatto di lenticchie. Inoltre, grazie all’inganno orchestrato insieme a sua madre Rebecca, Giacobbe ricevette la benedizione paterna che sarebbe spettata a Esaù.
Dopo esser fuggito per timore della vendetta di suo fratello, Giacobbe trascorse molti anni lontano dalla sua famiglia. Durante questo periodo, sposò due sorelle, Lia e Rachele, e generò molti figli che sarebbero diventati i capostipiti delle dodici tribù di Israele.
In seguito, Giacobbe e la sua famiglia si riunirono con Esaù e si riconciliarono. Giacobbe morì in Egitto, dove i suoi discendenti sarebbero diventati una nazione potente.
Il nome “Israele” – יִשְׂרָאֵל (Yisra’el “uno che combatte [con] El”) sarebbe stato dato a Giacobbe da parte di Dio durante un incontro mistico notturno con un angelo. Da allora il suo nome è quello della nazione stessa, rappresentata dai suoi dodici figli.
Possiamo definire Giacobbe un “furbetto”? Sì e no. Sì perché si appropriò con l’inganno di un diritto che non spettava a lui, no perché il fratello maggiore avrebbe dovuto custodire gelosamente la sua primogenitura.
Figli minori: tra Genesi e Vangelo
Qualsiasi cosa pensiamo, Giacobbe è l’esempio perfetto del figlio minore che, pur essendo in una posizione “svantaggiata” rispetto al fratello maggiore, tuttavia riesce a farsi strada, acquisendo persino di un diritto che non gli spettava per nascita.
In ciò ricorda anche il figlio minore della parabola nel vangelo di Luca – cap. 15 – che osa chiedere al padre la parte di patrimonio che gli spetta, vivendo fino in fondo di questo diritto.
Anche lui, come Giacobbe, dovrà allontanarsi da casa per vivere questa “ribellione” fino in fondo, che però lo riporterà a far parte della famiglia paterna in modo più consapevole a adulto.