A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.
Genesi 1,30-31
Colpisce che “gli animali selvatici” – in Ebraico “chaiàt ha-àrets” (חַיַּ֣ת הָ֠אָרֶץ) – possano cibarsi solo di erbe verdi! Per noi, infatti, tra gli animali selvatici vi sono anche quelli cosiddetti “da preda”, ossia quelli che si cibano di altri animali.
Differenza tra uomo e animali
Per gli antichi ebrei, invece, gli animali selvatici erano chiamati così a motivo della loro energia vitale o per il fatto che si muovevano e correvano molto più degli altri. Essi, però, a differenza dell’uomo, si ciberanno solo dell’erba che cresce dal suolo. È interessante che, per mangiare l’erba dal suolo, gli animali debbano chinare il capo, mentre l’uomo deve alzarlo per cogliere i frutti degli alberi.
Solo l’uomo, infatti, costituzionalmente può elevare lo sguardo verso Dio, ossia può avere con lui un rapporto “quasi” alla pari, poiché creato ad “immagine e somiglianza di Dio”. Gli animali, invece, sono a lui sottomessi; ed è proprio attraverso questa sottomissione (non schiavitù) che anch’essi sono posti sotto lo sguardo benevolo di Dio.
Cosa molto buona, perché?
La creazione dell’umanità – di “adàm” – viene definita da Dio “molto buona” in Ebr. טֹ֖וב מְאֹ֑ד “thov meod”, ossia qualcosa di bello e corrispondente alla sua volontà e bella, ma anche totalmente privo di qualsiasi elemento di negatività. Non che quando Dio prima diceva “cosa buona” mancasse la nota di assoluta positività.
In “adàm” però Dio, il suo mondo, è presente in modo particolare, perché il maschio e la femmina gli assomigliano in tutto, oppure, per meglio dire, dovrebbero assomigliargli in tutto, diventando, giorno dopo giorno, sempre più “adàm”, sempre più “esseri umani!”
Infine, a mio avviso occorre dire anche che questa constatazione divina (non giudizio) molto benevola si estende in qualche modo anche agli animali, perché essa giunge dopo la segnalazione dell’alimentazione degli animali. Essi, perciò, pur essendo sottomessi all’uomo, godono rispetto al resto della creazione di una particolare benevolenza divina.