Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l’uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino
Genesi 3,8
Mangiando del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, l’uomo e la donna hanno accettato le insinuazioni del serpente che prometteva loro di “diventare come Dio”. Scoprirono, invece con imbarazzo, di essere creature fragili e bisognose di tutto.
Una falsa immagine di Dio
Questo imbarazzo, questa vergogna è dovuta anche all’immagine che l’uomo probabilmente ha di Dio: una potenza celeste superiore a qualsiasi altra potenza umana. Un Dio forte, bello, belligerante, senza paure.
L’immagine che, invece, questi versetti offrono di Dio è ben diversa, assai più confacente ad un uomo che a Dio. Forse che prima non lo conoscevano? O forse tra loro e Dio si erano frapposte le insinuazioni del serpente che proponeva loro una falsissima immagine di Dio?
Questo versetto manifesta un Dio estremamente condiscendente, che si abbassa al livello umano e passeggia alla brezza del giorno così come farebbe ognuno di noi, in una bella giornata di primavera. Che Dio è mai questo?
Un Dio che fa sentire i suoi passi e che, proprio per questa sua estrema vicinanza all’uomo non dovrebbe suscitare la reazione che invece leggiamo: l’uomo con sua moglie si nascosero. Perché?