Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate
sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terraGenesi 1,28
L’uomo e la donna, appena creati, sono oggetto della benedizione divina. Le cose che Dio chiede di fare all’uomo e alla donna sono, qui, due: riprodursi e dominare la terra e i suoi animali.
Essere fecondi: cosa significa?
L’attività della riproduzione umana viene descritta attraverso due verbi ebraici: parah (פָרָה) e ravàh (רָבָה). Il primo verbo significa, se tradotto alla lettera, “portare o fare frutto”. Infatti, dal verbo discende anche il sostantivo perì (פְרִי) che, appunto, significa “frutto”. Una traduzione, questa, che però non viene messa particolarmente in luce nella traduzione italiana “essere fecondi”.
Se, invece, prendiamo più sul serio questo significato, dovremmo dire che la prole umana è vista qui come un “frutto”, ossia come qualcosa che proviene strutturalmente dall’uomo e dalla donna, sono fatti della loro stessa sostanza.
Eppure, proprio come il frutto, sono diversi da essi. I figli, infatti, non sono proprietà dei genitori, ma di Dio ed hanno indole e caratteristiche proprie che li indirizzeranno verso la strada che loro vorranno scegliere.
Moltiplicarsi: cosa significa?
Il secondo verbo, ravà (רָבָה) indica invece la moltitudine della prole umana che dovrà riempire la terra. Chiaramente, questo comando non potrà essere svolto dalla prima coppia umana, che rappresenta qui piuttosto il modello di ogni coppia umana, più che due persone concrete.
Il testo, del resto, non ha alcuna pretesa di giustificare teorie scientifiche sull’origine e diffusione della specie umana, come più volte invece è stato fatto.
Si badi bene, inoltre, che qui non si parla del matrimonio cristiano, ma solo dell’attività di riproduzione umana. In questo primo capitolo, infatti, vengono descritte non realtà concrete, bensì la struttura dell’essere uomo e donna, del loro rapporto e di che cosa sono chiamati a fare.
La vera base del matrimonio
Evidentemente, il sacramento del matrimonio cristiano è costruito su questa realtà primordiale e non il contrario! In altre parole, non possono essere individuate finalità o caratteri alternativi al rapporto uomo-donna, se non lo scopo di mettere al mondo uno o più figli.
Gli altri due verbi, che si riferiscono al rapporto tra l’uomo e il suo ambiente, appaiono sorprendenti. Infatti, Dio benedice l’opera di “soggiogamento” degli animali. Questo infatti è il significato dei due verbi ebraici qui utilizzati: kivshù (soggiogare, dall’Ebr. כָּבַשׁ) e redù (dominare, mettere sotto i piedi, dall’Ebr. ). Forse gli animalisti non gioiranno per questa notizia, ma evidentemente qui si sottolinea la netta superiorità dell’uomo sugli animali; il primo deve dominare sui secondi e non viceversa.
Tuttavia, qui non si vuole in alcun modo dire che l’uomo può maltrattare gli animali, ci mancherebbe! Egli, piuttosto, è il rappresentante di Dio nei confronti degli animali. Essi, infatti, non possono rapportarsi con Dio direttamente, ma attraverso l’uomo che – essendo creato ad immagine di Dio – è l’unico essere vivente in grado di rappresentarlo.
La benedizione riguarda, ovviamente, la creazione dell’uomo e della donna in se stessa. In altre parole, l’uomo e la donna sono benedetti da Dio; tuttavia, potremmo dire, che Dio “guarda con occhio particolarmente benevolo” la riproduzione della specie umana e il rapporto con gli altri esseri viventi. Forse perché da ciò, soprattutto dal primo punto, dipende la sopravvivenza della specie umana nel prossimo futuro.
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