Da Elia a Geremia: l’immagine del vaso e del vasaio

12 Luglio 2022

«Forse non potrei agire con voi, casa di Israele, come questo vasaio? Oracolo del Signore. Ecco, come l’argilla è nelle mani del vasaio, così voi siete nelle mie mani, casa di Israele.

Geremia 18,6

Il vasaio ai tempi di Geremia

Il lavoro del vasaio, attualmente svolto da pochi artigiani, era molto diffuso al tempo del profeta Geremia (fine VI sec. a.C.).

In ogni casa erano presenti dei vasi, di varie forme e materiali, adibiti a usi più o meno nobili. Spesso venivano usati per contenere cibi , per attingere acqua dal pozzo e altri usi domestici.

Anche in tempi più antichi (IX sec.a.C.), la vedova di Zarepta che accolse il profeta Elia, usava un vaso per conservarvi la poca farina che possedeva, come essa stessa affermò:

Ella rispose [al profeta Elia]: ‘Com’è vero che vive Dio, il tuo Dio, del pane non ne ho, ma ho solo una manata di farina in un vaso

1 Re 17,12

Il profeta Eliseo

Anche il profeta Eliseo – il successore di Elia – fece un meraviglioso miracolo a favore di una povera vedova:

Eliseo le disse: «Che posso fare io per te? Dimmi che cosa hai in casa». Quella rispose: «In casa la tua serva non ha altro che un orcio di olio».

Le disse: «Su, chiedi in prestito vasi da tutti i tuoi vicini, vasi vuoti, nel numero maggiore possibile. Poi entra in casa e chiudi la porta dietro a te e ai tuoi figli; versa olio in tutti quei vasi; i pieni mettili da parte».

Si allontanò da lui e chiuse la porta dietro a sé e ai suoi figli; questi porgevano ed essa versava. Quando i vasi furono pieni, disse a un figlio: «Porgimi ancora un vaso». Le rispose: «Non ce ne sono più». L’olio cessò. E l’olio si fermò.

2 Re 4,2‭-‬6

Questo uso ampio e diffuso dei vasi rendeva il lavoro del vasaio importante e qualificato.Generalmente il luogo di lavoro del vasaio coincideva con la sua stessa casa.

Il lavoro del vasaio

Il lavoro del vasaio era lungo e complesso: doveva uscire per raccogliere l’argilla che trasportava nella sua casa. Il lavoro che poi svolgeva sull’argilla era meticoloso.

L’argilla doveva essere liberata dalle impurità, lavata con acqua per pulirla e ammorbidirla, veniva battuta e calpestata per renderla duttile e poi, dopo questa lunga preparazione, iniziava la parte più significativa e importante: la costruzione del vaso … quando l’argilla veniva posta sulla ruota.

La Scrittura presenta il lavoro del vasaio come figura dell’opera di Dio nella nostra vita. Dio stesso dichiara al Profeta:

quel che l’argilla è in mano al vasaio, voi lo siete in mano mia

Geremia 18,6

Osservare il modo in cui il vasaio trae dall’informe argilla, un bellissimo vaso, fu il messaggio che Dio rivolse al Suo popolo e costituisce per noi un prezioso insegnamento riguardo al Suo operare. Ci fa comprendere quale attitudine assumere nella nostra relazione con Dio: un’attitudine di abbandono fiducioso alle Sue mani.

L’ argilla sulla ruota

Consideriamo insieme ciò che fa il vasaio nel suo lavoro:

pone l’argilla sulla ruota. Mentre la ruota gira, le sue mani avvolgono l’informe argilla, esercitano pressioni a volte delicate, altre volte più decise, imprimendo all’argilla la forma voluta.

Nulla è lasciato al caso. Egli sa esattamente cosa vuole ottenere. Dove tutti vedono una massa informe di argilla, egli immagina già un meraviglioso vaso.

Quando le mani del vasaio si appesantiscono sull’argilla, stanno portando a termine un progetto ben delineato.

Se l’argilla potesse parlare, forse si chiederebbe il motivo di tale trattamento, a volte direbbe ” mi fai male”, ma ogni pressione è invece indispensabile al buon fine del lavoro.

I tocchi più profondi sono proprio quelli che imprimono nell’argilla i dettagli più belli e particolari. Le mani del vasaio non si limitano ad avvolgere l’esterno del vaso dandogli forma, ma si spingono anche all’interno, addentrandosi in profondità creando un profondo incavo.

L’opera di Dio in noi

Noi siamo come argilla nelle mani del vasaio. Mentre la “ruota” della vita gira, le mani del divino ci avvolgono, ci modellano ci danno una forma e una struttura.

Nessuno avrebbe visto alcunché di valore in quell’ammasso di argilla senza forma, ma il Sommo Vasaio ha visto in noi qualcosa di bello e prezioso e agisce in noi per realizzarlo.

Le mani del vasaio non si limitano ad avvolgere l’argilla esternamente, ma penetrano all’interno dell’argilla …  dentro” di noi, nelle nostre anime, scavando nei cuori, creando vuoti, voragini che solo la Sua grazia potrà colmare.

Quando la brocca si rompe

La Scrittura, attraverso la penna del Qoelet, descrive anche il momento nel quale quel vaso così accuratamente formato, si spezza definitivamente. Lo fa con queste parole:

prima che il cordone d’argento si stacchi, il vaso d’oro si spezzi, la brocca si rompa sulla fonte, la ruota infranta cada nel pozzo;

prima che la polvere torni alla terra com’era prima, e lo spirito torni a Dio che l’ha dato.

Qoelet 12,8‭-‬9

Giungerà il momento nel quale il nostro ” vaso”, come una fragile “brocca” si romperà definitivamente, ma quelle “mani” sapienti che ci hanno formato non ci abbandoneranno neppure a quel punto, perché diventeremo l’essenza di quel vaso, condivisa con quella del vasaio.

Articolo di Lisetta del Soldato

Simone Venturini

Simone Venturini

Simone Venturini, nato a Fano, Biblista e Professore di Ebraico e Studi biblici è da sempre in prima linea nel settore della divulgazione e della formazione. Vive a Roma insieme alla sua famiglia ed ha ricoperto ruoli importanti nelle più prestigiose università e istituzioni pontificie di Roma. La sua mission è quella di dare alla gente gli strumenti indispensabili per approfondire la Bibbia e capire il senso della vita e della storia.

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