In greco è πίστις pìstis. Questo nome non ha senso senza un aggettivo che corrisponde ad esso: πιστός pistòs.
Che significa quest’ultima parola? La risposta ci viene da Ebrei (cap. 2, v. 17) dove si dice che Cristo è “sommo sacerdote misericordioso e fedele ( = pistòs). Quest’ultima parola è la traduzione assolutamente sbagliata di pistos. La traduzione esatta è, invece, affidabile. Qui, infatti, si sta parlando di un fondamento, di una base su cui basare anzitutto la propria vita.
La base sicura
Le parole di Cristo provenienti dalla sua anima totalmente unita a quella di Dio, fanno sì che esse – correttamente interpretate – possano fornire quella base tanto necessaria.
La fede, dunque, non è (solo) un atto intellettuale di adesione ad una dottrina, bensì un affidamento a qualcosa che si avverte dentro se stessi come assolutamente vera e perciò “degna di fede”. È ora di abbandonare la fede come “salto nel buio”, perché Cristo, nei vangeli, ha fornito tanto motivi per credere alle sue parole come vere e verificate esistenzialmente.
Anche questa è una “credenza” da sfatare, legata ad un immagine di Dio che chiederebbe da noi cose del tutto irrazionali e veramente impossibili!