La Bibbia degli Ebrei, la Bibbia di Gesù
Gli Ebrei chiamano il testo sacro TaNaK, una sigla che viene dalle tre parti di cui è composta la loro Bibbia: Toràh (תּוֹרָה – Legge), Nevi’ìm (נְבִיאִים – Profeti), Ketuvìm (כְּתוּבִים – Scritti).
La Toràh corrisponde esattamente al nostro Pentateuco (che contiene i libri di Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio).
Nella Bibbia ebraica i Profeti sono divisi in anteriori e posteriori.
Gli anteriori sono Giosuè, Giudici, Samuele, Re.
I profeti posteriori sono Isaia, Geremia, Ezechiele, e di Dodici profeti (Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria e Malachia).
Gli Scritti sono i Salmi, Giobbe, Proverbi, Cantico dei Cantici, Rut, Lamentazioni, Qohelet, Ester, Daniele, Esdra-Neemia, 1 e 2 Cronache.
La Bibbia degli Ebrei, la Bibbia dei cristiani
Questa è la Bibbia di uso corrente tra gli ebrei ancor oggi. La Bibbia dei cristiani è, ovviamente, diversa.
Tutti i libri elencati appartengono all’Antico Testamento. Tuttavia, l’Antico Testamento delle Bibbie cristiane racchiude altri libri che non sono presenti nella Bibbia ebraica, composta unicamente di libri scritti in ebraico.
Essi sono: Tobia, Giuditta, 1 e 2 Maccabei, Sapienza, Siracide e Baruc.
Poiché questi libri sono sono stati scritti in greco ed appartengono alla Bibbia greca – che mai fu riconosciuta dagli Ebrei – essi furono esclusi dall’elenco dei libri appartenenti alla Bibbia ebraica.
La Bibbia greca
La Bibbia greca (chiamata anche “La Settanta”) era quella in uso presso gli ebrei di lingua greca della città di Alessandria d’Egitto.
Essa rappresenta una traduzione progressiva della Bibbia ebraica, a partire dalla Torah che fu tradotta nel III sec. a.C.
Furono poi tradotti tutti gli altri fino ad includere, come si è detto, alcuni libri non presenti nella Bibbia ebraica.
I libri che compongono la Bibbia ebraica
In totale, i libri della Bibbia ebraica possono essere 22 o 24.
Ciò dipende dai diversi computi che si possono fare. Se si considerano come un unico libro, computo che perdurò fino al XVI secolo, 1 e 2 Samuele, 1 e 2 Re, Esdra e Neemia, 1 e 2 Cronache e i Dodici profeti, il totale è 24.
Se, oltre a questi, si considerano come un unico libro anche Rut e Giudici e Lamentazioni con Geremia, allora il computo è 22.
Sembra che il computo dei 22 libri sia quello più antico ed anche quello più suggestivo.
Infatti, il grande studioso dell’antichità Origene (III sec. a.C.) diceva che
I ventidue libri da Dio ispirati sono un alfabeto della sapienza di Dio e un’introduzione alla conoscenza della realtà”
Origene, Selecta in Psalmos (fragmenta et catenis)
Quando poi, a partire dal V secolo, i libri di Rut e Lamentazioni furono inseriti nella serie dei “cinque meghillot” (ossia i “cinque rotoli” da leggere durante le principali feste giudaiche)
essi furono separati da Giudici e da Geremia, considerati ormai come libri singoli, allora il numero die libri della Bibbia ebraica salì a 24. (Cfr. G. BORGONOVO, Torah e storiografie dell’Antico Testamento, Logos 2, Ellenici 2012).
La Torah al centro della Bibbia ebraica e del messaggio di Gesù di Nazareth
Per gli Ebrei ed anche per Gesù di Nazareth, la Torah era al centro della loro Bibbia. I Profeti non fecero altro che applicarla al tempo in cui essi vissero e così anche gli anonimi autori degli Scritti.
Gesù, infatti, disse:
«finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto».
(Matteo 5,18)
Piuttosto, però, nel Vangelo – di Matteo soprattutto – si nota una “radicalizzazione” della Torah, ossia una lettura e comprensione più profonda, che notiamo ogni volta che Gesù dice “ma io vi dico”:
«Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio (Esodo 20,13). Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna».
(Matteo 5,21-22)
Non viene cancellata di certo la Torah, bensì approfondita, perché Gesù ne va al cuore, ossia alla radice del comportamento che poi viene sanzionato dalla Legge.
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