Cosa significa il 666 dell’Apocalisse?

26 Luglio 2021

A un certo punto una seconda bestia sale dalla terra. Essa è presentata da Giovanni in modo assai più modesto rispetto alla prima bestia:

Aveva due corna, simili a quelle di un agnello, che però parlava come un drago

13,11

I falsi profeti

Di nuovo incontriamo una delle principali caratteristiche della manifestazione del mondo del male, ossia la cattiva imitazione del mondo di Dio: un essere che cerca di essere mite come un agnello, ma che in realtà condivide la natura della sua draconiana derivazione. Un essere che nel profondo è tracotante, arrogante, superbo.

Secondo alcuni esperti, questa seconda bestia è identificabile con i falsi profeti, che i Vangeli presentano come apparentemente mansueti, ma che in realtà sono «lupi rapaci» e «ingannatori» (Matteo, 13,22; 24,11 e 7,15), «amanti del consenso pubblico» (Luca, 6,26); «veri eretici» (2 Pietro, 2,1). Essi condividono la natura dell’Anticristo di cui ho già parlato.

Storicamente, Giovanni si riferiva ai rappresentanti nelle province dell’impero romano, che ne propagandavano l’appartenenza come fonte di sicurezza economica al prezzo però di inginocchiarsi davanti alla sua grande potenza.

I falsi profeti erano in grado di compiere alcuni prodigi che però, secondo l’Apocalisse, non derivano dal potere del drago rosso, ma da Dio. Tuttavia, lo strumento di persuasione più efficace era la statua che il falso profeta fece erigere in onore della prima bestia:

Per mezzo di questi prodigi, che le era permesso di compiere in presenza della bestia, sedusse gli abitanti della terra dicendo loro di erigere una statua alla bestia che era stata ferita dalla spada ma si era riavuta. Le fu anche concesso di animare la statua della bestia (δοῦναι πνεῦμα τῇ εἰκόνι τοῦ θηρίου) sicché quella statua perfino parlasse e potesse far mettere a morte tutti coloro che non adorassero la statua della bestia

Apocalisse 13,14-16

La traduzione italiana è assai fuorviante, poiché non permette di capire il senso originale del greco èikon, ossia immagine (e non solo “statua”). Un’immagine animata. Provando a traslare questo linguaggio a un livello più generale, sottraendolo dagli inevitabili riferimenti storici al periodo in cui Giovanni di Patmos viveva, otterremmo un nuovo scenario.

Gli strumenti mediatici del potere mondiale

La cultura mondiale rappresentata dalla prima bestia, diretta emanazione del mondo del male, è il sottosuolo nascosto che genera sia il sistema politico-economico di Babilonia la Grande, sia i falsi profeti che se ne fanno portavoce.

Apparentemente innocui e amici dell’uomo, essi in realtà sono rappresentanti delle tenebre e cercano con ogni mezzo di propagandare la cultura di cui sono illustri esponenti.

Il loro potere è soprattutto legato all’immagine animata, che rappresenta l’uso strumentale di mezzi di comunicazione di massa sempre più sofisticati e che permettono di imporre ovunque la cultura corrotta e violenta da cui prende vita un preciso sistema politico ed economico.

Il 666: interpretazione classica

Chi non si assoggetta a questa cultura, a questo modo di pensare e di vivere viene messo a morte, ossia vive ai margini della società che conta, non escludendo – in alcuni casi – perfino il martirio (tipo?). Inoltre il falso profeta:

Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d’uomo. E tal cifra è seicentosessantasei

Apocalisse, 13,16-18

Gli ebrei avevano sviluppato una tecnica assai particolare per indicare dei nomi in modo cifrato, di modo che solo alcuni potessero capire di chi si stava parlando. Questa tecnica è chiamata ghematria, ossia la possibilità di scrivere nomi con lettere dell’alfabeto ebraico.

Il nome indicato dai numeri sarebbe nrn qsr; se aggiungiamo le vocali alle consonanti otteniamo neron qesar, ossia Cesare Nerone, che in alcuni scrittori latini era appunto chiamato bestia.

Questa è la tesi generalmente condivisa: la prima bestia sarebbe Nerone, l’imperatore romano che perseguitò ferocemente i cristiani (64 d.C.).

Il 666: altra interpretazione

Tuttavia, tale interpretazione non tiene conto della natura planetaria e universale della prima bestia, difficilmente identificabile in un personaggio storico, come invece potrebbe essere il caso della seconda bestia.

Torna qui la simbologia dei numeri. Il numero 6 è il tentativo della prima bestia di imitare ciò che è prerogativa del mondo divino, rappresentato dal numero 7, ossia la completezza e la perfezione. Anche se solo di un punto, tuttavia la prima bestia, con tutta la sua potenza, non raggiungerà mai il livello di Dio.

Si tratta, inoltre, di un’imperfezione clamorosa, poiché il numero 6 viene ripetuto 3 volte, e tuttavia verrà notata solo da chi ha intelligenza e sa comprendere il corso della storia. La simbologia numerica del 666 non fa altro che confermare la natura profonda e occulta che sta alla base del sistema di Babilonia la Grande.

Pur nella mitezza o nell’apparenza del contrario, essa rappresenta il tentativo umano di diventare come Dio (cfr. Genesi 3,1-5), di sostituirsi a Dio e di creare un mondo umano privo del suo necessario fondamento trascendente.

Nascondere la luce

Il fatto che il marchio venga posto sulla «fronte» e sulla «mano destra» indica non solo un’appartenenza, ma anche un’ attività umana – manuale e intellettuale – totalmente asservita a ciò che la prima bestia rappresenta. Senza l’appartenenza a questa realtà nessuno «può comprare o vendere», ossia svolgere attività che diano la sussistenza.

L’adesione al sistema è trasversale e potrebbe riguardare tutti, e inquinare persino gli ambienti della Chiesa. Qui i falsi profeti sarebbero coloro che, in un modo o in altro, possono influenzare il pensiero di un gran numero di persone. Apparentemente innocui oppure falsamente ortodossi, essi in realtà condividono il progetto dell’Anticristo:

occultare, ridicolizzare o perfino avversare ciò che nella Chiesa è manifestazione ed emanzione del mondo luminoso di Dio. In altre parole, considerare Gesù un semplice uomo, ma non come Cristo, né tanto meno come Dio, negando così che egli sia il ponte ufficiale tra il nostro mondo e ciò che sta oltre. Riusciranno nel loro intento?

Photo by Leon Bublitz on Unsplash

Simone Venturini

Simone Venturini

Simone Venturini, nato a Fano, Biblista e Professore di Ebraico e Studi biblici è da sempre in prima linea nel settore della divulgazione e della formazione. Vive a Roma insieme alla sua famiglia ed ha ricoperto ruoli importanti nelle più prestigiose università e istituzioni pontificie di Roma. La sua mission è quella di dare alla gente gli strumenti indispensabili per approfondire la Bibbia e capire il senso della vita e della storia.

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