Come si è detto, in Esodo 14 – il racconto del passaggio nel Mar Rosso – sono presenti due racconti diversi, che sono stati fuso insieme dagli autori biblici.
Nel primo, si dice che il passaggio nel Mar Rosso avvenne grazie ad un un prosciugamento del mare e il secondo grazie alla divisione delle acque.
Il racconto della divisione delle acque
Questo racconto, lo ricordiamo, è composto da un ordine dato da Dio nel v. 16 e dalla sua esecuzione nel v. 21. In entrambi i versetti è presente anche l’ordine di camminare sulla terra asciutta e il relativo adempimento. Ovviamente, la descrizione delle due muraglie di acqua – prodotte dalla divisione del mare – appartiene allo stesso racconto.
Il secondo ordine, quello di stendere la mano e di far tornare le acque sugli egiziani, (v. 26), trova la sua esecuzione nei vv. 27 e 28. A questi elementi principali, si aggiungono altri, che caratterizzano ulteriormente il racconto:
- l’indurimento del cuore del Faraone (cfr. v. 4.8.17)
- la glorificazione di YHWH (ibidem)
- il riconoscimento (cfr. vv. 4.18)
- l’inseguimento del Faraone, dovuto all’indurimento del cuore (cfr. 4.8.17.23.28) e che è motivo della glorificazione e del riconoscimento
Infine, anche i vv. 1-4 e 15-18 appartengono a questo racconto, composto quindi nel suo insieme da questi versetti: 14,1-4.7-8.15-18.(parte del v.) 21:
Il Signore disse a Mosè: «Comanda agli Israeliti che tornino indietro e si accampino davanti a Pi-Achirot, tra Migdol e il mare, davanti a Baal-Zefon; di fronte ad esso vi accamperete presso il mare. Il faraone penserà degli Israeliti: Vanno errando per il paese; il deserto li ha bloccati! Io renderò ostinato il cuore del faraone ed egli li inseguirà; io dimostrerò la mia gloria contro il faraone e tutto il suo esercito, così gli Egiziani sapranno che io sono il Signore!».
Essi fecero in tal modo.
Prese poi seicento carri scelti e tutti i carri di Egitto con i combattenti sopra ciascuno di essi. Il Signore rese ostinato il cuore del faraone, re di Egitto, il quale inseguì gli Israeliti mentre gli Israeliti uscivano a mano alzata.
Il Signore disse a Mosè: [«Perché gridi verso di me?] Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino. Tu intanto alza il bastone, stendi la mano sul mare e dividilo, perché gli Israeliti entrino nel mare all’asciutto. Ecco io rendo ostinato il cuore degli Egiziani, così che entrino dietro di loro e io dimostri la mia gloria sul faraone e tutto il suo esercito, sui suoi carri e sui suoi cavalieri. Gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando dimostrerò la mia gloria contro il faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri».
Allora Mosè stese la mano sul mare. [ … ] e acque si divisero.
La caratteristica teologica del racconto
L’unico elemento che non “quadra” in questa descrizione è il v. 15 – testo tra parentesi quadra – perché non si capisce quando Mosè gridò al Signore. A parte ciò, il racconto è ben riconoscibile ed si basa principalmente sulla corrispondenza tra la parola di Dio e il suo compimento.
Lo scopo del racconto, quindi, è quello della manifestazione della gloria di YHWH agli occhi degli egiziani, la sua superiorità rispetto agli dèi egizi. In questo quadro, gli esseri umani – siano gli ebrei o gli egiziani – sono in secondo piano rispetto allo scontro tra divinità per manifestare la propria superiorità.
È evidente che, per l’autore, YHWH era l’unico Dio superiore a tutti gli dèi degli altri popoli. Approfondiremo più avanti queste considerazioni.