Fino alla fine degli anni sessanta, la teoria di Martin Noth – ossia quella di un unico autore per il Dtr ( = Deuteronomista) – rimase sostanzialmente invariata, trovando principalmente conferme e qualche piccola rettifica.
Tra i sostenitori, va annoverato anzitutto Ivan Engnell (1906-1964), mentre Otto Eissfeldt (1887-1973) sosteneva che, forse, l’attribuzione del Dtr ad un solo autore non rendeva giustizia alla complessità dei testi contenuti nei cosiddetti “Profeti anteriori”.
Il Deuteronomista: un lavoro in due fasi
Noth aveva una visione assai pessimistica della storia d’Israele in epoca monarchica che però era ampiamente contraddetta da testi della Bibbia che, invece, avevano una visione più positiva della storia di quell’epoca (per es. 2 Sam 7).
Per questi motivi, Frank Moore Cross (1921-2012) sosteneva che il Dtr ebbe due redazioni, una pre esilica ai tempi del re Giosia ed una seguente alla caduta di Gerusalemme, quando un secondo redattore Dtr aggiornò il racconto con i testi della Bibbia che alludevano all’esilio.
Per Cross, la prima redazione del Dtr aveva come scopo, la propaganda della cosiddetta Riforma di Giosia (cfr. 2 Re 22-23). La testi di Cross fu ampiamente condivisa nelle università inglesi e americane.
Il Deuteronomista: un lavoro in tre fasi
In ambito tedesco, invece, Rudolf Smend (1851-1913) sosteneva invece che il Dtr ebbe tre e non due redazioni. Come Noth sosteneva che le redazioni sarebbero avvenute in epoca esilica, ma che gli autori erano diversi.
Così accanto alla prima storia deuteronomistica (abbreviata con DtrH – H da Historische), con accentuazione positiva sulla monarchia, si sarebbero aggiunte due altre redazioni.
Smend scoprì poi un altro strato redazionale, caratterizzato dal linguaggio profetico e chiamato DtrP. Si tratterebbe delle parti profetiche – Elia, Eliseo, Samuele, Natan, etc. – inserite nella storia dtr. Lo scopo di questo redattore sarebbe quello di mostrare come la parola di YHWH puntualmente si realizza.
L’atteggiamento di questo redattore sarebbe stato critico nei riguardi della monarchia. Infine, un ultimo redattore accentuava l’osservanza delle legge mosaica (per es. in Gdc 1,1-2,5; 2,20-21.23) e per questo fu chiamata redazione Dtr nomistica (da nomos parola greca che significa legge – abbreviata con DtrN).
L’atteggiamento di quest’ultimo redattore era negativo nei riguardi della monarchia, tentando però di riabilitare i fondatori della dinastia giudaica: Davide e Salomone (cfr. per es. 1 Sam 8,6-22)
Successivamente, John Van Seters (1935 – ) espresse dubbi su questa frammentazione della storia Dtr.
Contrariamente a Noth, il quale sosteneva che il Dtr raccolse ed editò con cura tradizioni più antiche con diverse tendenze ideologiche e teologiche, van Seters sostiene invece che il Dtr è un unico autore che fece un uso assai libero del materiale che aveva a disposizione, per cui lo sforzo di ricostruire i documenti originali è inutile.
Inoltre, le divergenze teologiche tra una tradizione e l’altra sono da spiegare attraverso aggiunte posteriori all’opera del Dtr. Come per esempio la cosiddetta storia della successione a Davide, dove il re è un assassino (cfr. 2 Sam 12).
La storia Dtr è assai più breve, secondo van Seters, poiché appunto molte sono le aggiunte posteriori a Dtr (per es, Gs 2). Per questa concezione unitaria dell’opera Dtr (a parte le aggiunte posteriori) van Seters è sostanzialmente d’accordo con Noth riguardo la coerenza dell’opera Dtr.
Opinioni odierne
Attualmente, l’opinione dominante è che sia presente una redazione Dtr anche nel Tetrateuco (Genesi – Numeri) e perfino in alcuni libri profetici della Bibbia.
Così, secondo M. Rose, lo Jahwista, tradizionalmente collocato nel X sec. a.C., sarebbe invece il prodotto di un deuteronomista di seconda o terza generazione.
Per altri – come E. Blum – lo stesso Pentateuco sarebbe il compromesso tra una composizione Dtr e una sacerdotale (P). In tal senso, i testi non sacerdotali non sarebbero da attribuire alle fonti (J od E per esempio) ma sarebbero invece provenienti da un ambiente Dtr.
Il problema dell’estensione della redazione Dtr nel Pentateuco, riguarda i criteri per definire un testo come Dtr. L’unico modo possibile è la combinazione di criteri stilistici e ideologici. Se si seguono tali criteri, solo pochi testi del Pentateuco appaiono affini allo stile Dtr (per es. Genesi 24; Es 23,23-33).
È possibile parlare allora di una redazione Dtr che si estende da Genesi a Re, come sostiene K. Schmid? Ciò che sembra evidente è una cesura tra Genesi ed Esodo, a riguardo delle origini di Israele.
In Genesi è presente il modello genealogico, mentre in Esodo, quello dell’esodo nel deserto. Diversa è la situazione per i profeti, dove invece la redazione Dtr sembra ben presente, in Geremia, nei dodici profeti della Bibbia – soprattutto Osea, Amos e Michea – ed anche in Ezechiele, che risente però anche dell’influsso sacerdotale.