Il racconto della Genesi è solo uno tra i diversi resoconti della creazione. Primo fra tutti è il cosiddetto Enuma elish (in Italiano “Quando in alto”). Si tratta di un poema babilonese in lingua accadica e che – secondo le teorie più recenti – non è anteriore all’XI sec. a.C. Esso è contenuto in sei tavolette, che contengono due parti.
Enuma Elish
Nella prima parte vengono creati gli dei (Tavola I,1-20) dai due princìpi divini iniziali: Apsu (l’abisso-acqua dolce) e Tiamat (mare-acqua salata). Gli dei poi disturbano Apsu e Tiamat e così Apsu decide di distruggerli.
Ea figlio del dio Anu, riuscì ad uccidere Apsu e stabilisce la sua dimora nell’abisso insieme a Damkina. Dai due viene generato Marduk, chiamato anche Bel. Affascinante il testo in cui si parla della generazione di Marduk:
Nella stanza dei destini,
nella dimora di tutte le determinazioni
fu generato il più saggio tra i saggi,
il più intelligente tra gli dèi, Bel [=Marduk].
Interessante il riferimento alla stanza dei destini ossia un luogo in cui vengono ‘costruiti’ quelli che oggi chiamiamo ‘archetipi’.
Dopo che Ea e Anu tentarono di sconfiggere Tiamat, Marduk chiede che gli venga affidata la regalità su tutti gli dei, cosicché egli possa sconfiggere Tiamat. Marduk poi sconfigge Tiamat.
Enuma elish e la creazione del mondo
Nella seconda parte si narra la creazione del mondo e dell’uomo. Marduk seziona il cadavere di Tiamat e così crea il mondo. Tra l’altro, con una parte del cadavere crea il cielo avendo cura che non le acque superiori siano ben trattenute in alto.
Crea poi stelle particolari che servono da modello per tutte le altre stelle che costituiranno le costellazioni degli dei e i confini per la misurazione dell’anno. Conclusa la creazione del ‘tutto’, affida la tavola delle determinazioni (destini) ad Anu. Distrugge l’esercito di Tiamat – undici creature infernali – e le appende all’ingresso dell’Apsu (ossia dell’abisso).
Poi costruisce la sua dimora tra il cielo e l’Apsu e la chiama ‘Babilonia’.
Creazione dell’uomo in Enuma elish
Marduk, infine, comunica ad Ea l’intenzione di creare l’uomo (Lullu) affinché facesse il lavoro prima destinato agli dei. Ea gli dice che per creare l’uomo occorre uccidere una divinità. Marduk allora convoca gli Annunaki chiedendo loro chi avesse aizzato Tiamat causando così la guerra tra gli dei. Era stato Kingu. Viene ucciso e con il suo sangue viene creata l’umanità.
Stabilisce poi 300 Annunci nel cielo e 300 sulla terra. Ad essi viene affidata la costruzione di Babilonia e di Esagil, la grande ziggurat. Marduk poi organizza un banchetto per gli dei maggiori, invitandoli a restare a Babilonia. Essi poi lo incoronano loro re e attribuiscono a Marduk ben cinquanta nomi.
Istruzione di Merikare
Vi è poi un racconto meno conosciuto, la cosiddetta istruzione di Merikare, uno scritto egizio ben più antico di Enuma elish, poiché data al XXI secolo a.C. Il testo offre dei paralleli sorprendenti con la Genesi:
Ben curata è l’umanità – gregge di Dio.
Egli ha fatto per essa il cielo e la terra.
Egli ha soggiogato il mostro del mare
E creò il soffio per i loro nasi affinché essi vivano.
Essi sono la sua immagine, che venne dal suo corpo.
Egli brilla nel cielo in loro favore.
Egli fece per loro piante e bestiame,
gli uccelli e pesci per sfamarli.
Uccise i suoi nemici, sterminò i suoi figli, quando pensarono di ribellarsi.
Egli poi crea la luce per il loro bene
Egli naviga per vederli.
Non occorre dire che i paralleli con il racconto della Genesi sono evidenti, anche se gli elementi della creazione sono disposti in una diversa sequenza. Si tratta dei due racconti mitologici geograficamente più vicini al contesto letterario e sociale ebraico. Tuttavia, i racconti cosmogonici sono caratteristici di tutte le culture mondiali.
Altri racconto al di fuori della Bibbia
Sorprendente, per esempio, è il mito polinesiano della creazione. Secondo questo racconto, all’inizio esistevano solo le acque primordiali, immerse nella tenebra cosmica.
Dallo “spazio che respira’ dell’immensità” Io – il dio supremo – espresse il desiderio di emergere dal suo riposo. Immediatamente la luce apparve. Poi continuò: «Le acque di Tai-Kama si separino. Si formino i cieli». Così il mondo iniziò ad esistere. (M. Eliade, Patterns in Comparative religion, 1974, 410 ss.). Se ne potrebbero elencare tanti altri.
Non deve sorprendere, dunque, che nel racconto biblico della creazione vi siano elementi tratti da racconti assai più antichi di esso.
Somiglianza simbolica
Qui non si tratta di anteriorità o posteriorità cronologica e, perciò, di maggiore o minore valore storico. Si tratta, bensì, di una somiglianza posta sul piano archetipico-simbolico.
Questa somiglianza si recupera rinunciando a trovare elementi di verosimiglianza scientifica. Sia la creazione biblica che quelle narrate in altri contesti, non hanno alcun valore geologico o paleontologico.
Occorre, invece, scendere nelle profondità del testo, per recuperare quella dimensione che spiega non (tanto) la genesi del cosmo, quanto invece l’uomo e il suo rapporto con la vita e con Dio.