(Di Chiara Cianci) Devo dire che, fra i tanti che mi è capitato di leggere e recensire, questo libro è stato uno di quelli che “mi ha aperto un mondo”; potrei definirlo una specie di guida che, con termini molto semplici ed accessibili a qualsiasi tipo di pubblico, ti prende per mano e ti accompagna all’interno dell’Opera per eccellenza (purtroppo davvero difficile da interpretare se non si hanno competenze in ambito teologico e confidenza coi symbola), che per ogni cristiano rappresenta l’alfa e l’omega dell’esistenza: la Bibbia e la conoscenza di Dio (tenendo in conto, però, un’epoca e una mentalità decisamente lontane dalle nostre).
Simone Venturini, laureatosi presso l’Istituto Teologico Marchigiano e dopo aver conseguito il dottorato in Ricerca in Scienze Bibliche all’Istituto Biblico di Roma, diventa Direttore emerito della Biblioteca dell’Università Lateranense e dal 2004 lavora presso l’Archivio Segreto Vaticano; inoltre è docente di Scienze Bibliche presso l’Università della Santa Croce. E’ autore di diversi libri come Il Vangelo del bambino interiore (2008), Il libro segreto di Gesù (2011), I grandi misteri irrisolti della Chiesa (2012), Il libro segreto di Papa Ratzinger (2013), La Bibbia riscritta e commentata (2015) ed infine Il potere segreto della Bibbia – per scoprire Dio e se stessi (2017).
L’opera di cui vi parlo oggi comincia la propria analisi partendo da alcuni episodi presenti nel Vecchio Testamento (proprio quelli che, detto fra noi, ho trovato fra i più inaccessibili: ho provato, in passato, a leggere il VT da “autodidatta”, ma con scarso successo; questo libro, invece, ha dato molta luce ai miei mille interrogativi), dopodiché passa ad altri tratti dal Nuovo Testamento; l’aspetto che più mi ha colpito dell’intero libro è stata l’abilità dell’autore nel fondere “l’umano col divino”, quindi riuscire a spiegare tutti gli episodi presi in esame in una chiave di lettura umana grazie all’esaustiva e chiara spiegazione delle simbologie ricorrenti nel libro biblico, le quali erano l’unico mezzo degli abitanti del tempo per “spiegare” fenomeni a loro sconosciuti, nuovi ed inspiegabili.
Da notare e da tenere in considerazione, innanzitutto, è la premessa che l’autore fa all’inizio dell’opera: le Scritture furono composte, riscritte, adattate e revisionate da più autori nel corso del tempo, la cultura e la mentalità di allora erano profondamente diverse dalle nostre (quindi non deve sorprenderci né inorridirci che alcune vicende, che per noi sembrano così assurde, ai tempi fossero normali) e, soprattutto, non bisogna dimenticare l’importanza delle simbologie: ogni simbolo racconta qualcosa, quindi non può e non va letto così com’è, ma va interpretato, studiato e collocato all’interno di un determinato contesto storico-sociale.
Mi piacerebbe poter citare ad uno ad uno la straordinarietà dei significati che ho scoperto nel corso della lettura, ma mi limiterò a riportare l’episodio che mi ha più colpito: Un mare pauroso e invalicabile.
Questo avvenimento riguarda il popolo di Israele, guidato da Mosè, che attraversa il deserto per sfuggire alla tirannia degli Egiziani e che poi si ritrova, ad un certo punto, di fronte al Mar Rosso.
Venturini, all’inizio del libro, spiega al lettore che il mare, anticamente, era visto come un’entità spaventosa e popolata da mostri marini (quindi una costante minaccia); già questa premessa può farci provare una sorta di empatia nei confronti di un popolo fuggiasco, che da dietro è inseguito da orde di Egiziani armati e di fronte trova il mare aperto a sbarrargli la strada.
Come ben sappiamo, la situazione si risolve però con l’intervento di Dio attraverso la figura di Mosè, che col bastone in mano e le mani protese al cielo aprirà le acque del mar Rosso e lascerà passare incolume e all’asciutto il popolo eletto.
Adesso, facendo riferimento alla spiegazione esauriente dell’autore, cercheremo di penetrare nel lato “umano” dell’intera vicenda, cercando di capire che relazione possa mai avere con noi; simbolicamente parlando, gli Egiziani alle nostre spalle rappresenterebbero una minaccia incombente, il mare invece l’impossibilità di fuggire da quel pericolo: insomma, lungo il cammino della vita sarà capitato senz’altro anche a noi di trovarci di fronte problemi che sembravano quasi una condanna a morte, perché visti come un qualcosa dal quale non si poteva uscirne.
All’improvviso, però, potranno presentarsi avanti a noi strade inaspettate da percorrere: vie d’uscita che riusciremo a vedere, però, solo nel momento in cui la smetteremo di volgerci al passato. Quindi “buttarsi alla cieca”, a volte, può essere l’unica soluzione che ci rimane per sbrogliare la grande matassa che aggroviglia l’esistenza: sta a noi scegliere, in sostanza, se affrontare l’angoscia con i mezzi a nostra disposizione o affidarsi alle mani apparentemente sicure dell’Egitto, il quale non farebbe altro che tenerci in catene, invece.
Solo quando riusciremo a superare l’angoscia e il caos interiore, il deserto della libertà sembrerà un giardino di delizie rispetto alla paura e allo spavento provati [1].
Se consigliare la lettura di questo libro? La risposta è: sì, assolutamente, e per i seguenti motivi:
- Non avendo tutti la possibilità di perseguire studi approfonditi delle Sacre Scritture, quest’opera è un ottimo aiuto e supporto per poterle interpretare;
- è frutto di un’approfondita ricerca e di ampi studi delle fonti citate al suo interno;
- ognuno di noi avverte, ad un certo punto della propria esistenza, l’esigenza di ritrovare un senso ai propri giorni e di dissetare quella sete d’infinito inestinguibile: la Bibbia, in primis un libro destinato a noi, potrebbe fornirci le risposte alle nostre infinite domande. Questa scelta però sta solo a noi;
- è da apprezzare che ci siano autori come Venturini che cercano di rendere accessibile il Libro Sacro ad ogni tipo di lettore: in fin dei conti il messaggio di Dio è universale, e per questo motivo ha il diritto di arrivare al cuore di tutti.
[1] Simone Venturini, Il potere segreto della Bibbia – per scoprire Dio e se stessi, pp. 62-63.