Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie». E così avvenne: Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona.
Genesi 1,24-25
La terra condivide nuovamente il potere creativo di Dio. Se, però, in Genesi 1,11-13, l’autore si limitava a dire: “la terra produca” (ossia faccia uscire), nel brano presente qualcosa cambia.
Infatti, Dio dice in un primo momento: “la terra produca esseri viventi” (Genesi 1,24), ma quando poi l’autore descrive la realizzazione del comando divino, l’autore dice: “Dio fece le bestie selvatiche … “. Perché questa diversità?
Probabilmente, l’autore voleva indicare la superiorità degli animali rispetto alla vegetazione. Nella produzione degli animali, Dio interviene in qualche modo, anche se non in modo così diretto e specifico come nella creazione dell’uomo che verrà narrata subito dopo. Perciò, potremmo dire, gli animali vengono da Dio in “modo speciale” e perciò sono degni di maggior rispetto da parte dell’uomo.
Tra l’altro, nel brano è posta una distinzione tra “bestiame” e “animali selvatici”. I primi indicherebbero gli animali da allevamento, o comunque quelli allevati per uso domestico; i secondi indicherebbero invece gli “animali campestri, o selvatici”, non però intese come “bestie feroci”.
Infatti, in questa prima pagina della Bibbia, gli animali si cibano solo di carne, così come l’uomo. Perciò, quando si dice “animali selvatici”, si voleva indicare la “maggiore vitalità ed esuberanza” di questi animali rispetto a quelli che vivono più a contatto con l’uomo.
Creando i “rettili del suolo” (in Ebr. רֶ֥מֶשׂ rèmes), l’autore voleva indicare tutti quegli esseri viventi che strisciano sulla terra, non solo i serpenti. Così facendo, però, in un certo senso anticipa il racconto del giardino dell’Eden (cap. 3), dove uno dei protagonisti sarà proprio il serpente.