La gran mole di frammenti di manoscritti trovati a Qumran – e in misura minore anche negli altri luoghi – costituisce ciò che resta di una vera e propria biblioteca a carattere prettamente religioso. Vi sono solo rari esempi di testi che potrebbero essere classificati come ‘scientifici’.
Una vera e variegata biblioteca
Per esempio le cosiddette opere di astrologia trovate nella quarta grotta (denominate 4Q Brontologion), oppure un elenco di vari tipi di albero nei testi di Enoch trovati nella quarta grotta, od ancora la spiegazione della circolazione del sangue in una delle copie di 4QD il famoso Documento di Damasco).
Non solo una biblioteca religiosa, ma anche la raccolta libraria di una setta religiosa che viveva in una comunità che si era stabilita nella terrazza marnosa che si stendeva al di sopra dei dirupi scoscesi in cui si trovano le undici grotte di Qumran.
Che la comunità fosse una setta, ossia un gruppo separato dal Giudaismo ufficiale dell’epoca è evidente da alcuni elementi. Gli ebrei che vivevano in questo insediamento seguivano infatti un calendario cultuale diverso rispetto a quello ufficiale in vigore a Gerusalemme. Essi vivevano isolati rispetto al mondo circostante ed evitavano contatti con persone estranee alla comunità.
L’origine dei manoscritti
Molti dei testi trovati nelle grotte sono stati scritti dagli ebrei che vivevano a Qumran, mentre molti altri rappresentano semplicemente delle copie di testi con origine diversa. Tra i primi figurano i testi cosiddetti settari come per esempio i pesharim, ossia dei commenti della Bibbia attualizzati al periodo storico in cui i membri della setta vivevano.
Alcuni pensano che i testi trovati a Qumran non abbiano alcun rapporto con gli ebrei che vivevano nella comunità, ma che derivino invece dalle diverse biblioteche esistenti al tempo a Gerusalemme e che riflettano dunque la fiorente attività letteraria di quel tempo.
Questa teoria è ormai ampiamente rigettata, perché più nessuno dubita che i testi trovati nelle grotte siano – anche se in modi diversi – in rapporto con la setta che viveva a Qumran.
Chi erano gli Esseni?
Questo gruppo di persone – da quanto emerge dai manoscritti – si definiva in modi diversi. Per esempio, la comunità (in ebr. yachad), oppure l’assemblea (in ber. edah) od ancora i figli di Sadok, figli della luce, membri della nuova alleanza, etc. Forse essi erano membri della setta degli Esseni, una delle tre allora esistenti in Palestina, accanto ai Farisei e Sadducei.
Infatti, la presentazione degli Esseni fatta da Giuseppe Flavio coincide con lo stile di vita del gruppo di ebrei che si erano stanziati a Qumran. Tuttavia sarebbe errato identificare gli Esseni con la comunità di Qumran.
Generalmente infatti gli Esseni non vivevano segregati dal resto del mondo e le loro comunità erano sparse un po’ ovunque nella Giudea d’allora e ben inserite nel contesto storico religioso di quel tempo. Per capire l’identità del gruppo stanziatosi a Qumran occorre dunque comprendere il motivo per cui esso si separò dal Giudaismo ufficiale e probabilmente dalla setta degli Esseni di cui il gruppo faceva originariamente parte.
Perché gli Esseni si rifugiarono nel deserto?
Il motivo del dissidio che portò alla separazione fu l’adozione a Gerusalemme di un diverso calendario religioso con una diversa organizzazione delle feste. Inoltre è probabile che lo scisma avviene anche a motivo del diverso modo di interpretare le leggi contenute nella Bibbia e che riguardavano il Tempio, il culto e le questioni di purità rituale di persone ed oggetti.
I testi di Qumran parlano di un misterioso maestro di giustizia contrapposto ad un sacerdote empio. Il primo dichiarava di aver ricevuto, per rivelazione divina, la corretta interpretazione dei testi biblici, che fu seguita ed accettata dai suoi seguaci che si separarono insieme a lui dagli ambienti di Gerusalemme per fondare la setta di Qumran.
Si è molto discusso sull’identità del sacerdote empio. Per alcuni si tratterebbe di Gionata Maccabeo (Re della Giuda dal 161 al 143) che fu nominato sommo sacerdote dal re siriano Alessandro Balas pur non appartenendo alla classe sacerdotale ufficiale da cui, prima di lui, provenivano i sommi sacerdoti, ossia quella di Sadok.
Il maestro di giustizia sarebbe così il legittimo sommo sacerdote che lasciò Gerusalemme e si rifugiò, con un gruppo di seguaci, a Qumran.
Secondo Florentino Garcia Martinez, invece, l’espressione sacerdote empio rappresenterebbe invece l’intera successione dei sacerdoti empi, ossia dei sommi sacerdoti non appartenenti alla classe ufficiale dei sadociti, da Gionata Maccabeo fino ad Alessandro Ianneo.
Secondo questa ipotesi, gli esseni si sarebbero staccati da Gerusalemme sotto il sommo sacerdozio di Giovanni Ircano, che fu anche sovrano asmoneo di Giuda dal 134 al 104 a.C.
Qualunque sia l’origine dell’insediamento di Qumran, esso terminò nel 60 a.C., quando la legio fretensis provenendo da nord, giunse a Qumran e distrusse la comunità degli ‘esseni scismatici’. Poco prima della catastrofe, essi nascosero i loro manoscritti nelle undici grotte, per proteggerli e sottrarli dall’inevitabile distruzione.