Com’è possibile nascere da una vergine?

29 Marzo 2022

Nel Vangelo si legge che «nulla è impossibile a Dio» (Luca, 1,37). Questa prerogativa non è riferita a qualcosa di singolare – come la nascita di un figlio da una donna sterile (cfr. Genesi 18,14) – ma a un evento davvero eccezionale, ossia il concepimento verginale.

Maria vergine

Il Nuovo Testamento, infatti, esclude in modo categorico che Maria di Nazareth abbia mai avuto rapporti sessuali con il marito prima della nascita di Gesù. Infatti, la donna viene chiamata espressamente vergine, in greco parthènos παρθένος (Luca, 1,27).

E all’angelo Gabriele che le appare e che annuncia la nascita di Gesù, lei replica:

«Com’è possibile? Non conosco uomo»

(Luca, 1,34)

Il verbo greco corrisponde all’ebraico yada‘ (יָדָע) e significa proprio “avere rapporti sessuali”. Inoltre, il verbo usato da Luca – ghinosko (γινώσκω) – è al tempo presente e suggerirebbe in questo caso una condizione permanente di Maria, e non limitata al momento in cui le appare Gabriele (cfr. anche Giudici, 11,39).

Lo Spirito di Dio

Il brano continua dicendo che è lo Spirito di Dio a operare la maternità verginale di Maria (cfr. Matteo, 1,20; Luca 1,35). Il verbo con cui viene descritta l’azione dello spirito è episkiàzo (ἐπισκιάζω), normalmente tradotto con “adombrare”, ossia proiettare l’ombra su qualcuno o qualcosa.

Lo stesso verbo viene usato anche nell’episodio della trasfigurazione di Gesù, in cui si dice che, a un certo punto, una nube «ricoprì gli apostoli ossia li avvolse completamente» (Luca, 9,34).

Perciò, anche nel caso di Maria, possiamo immaginare che sia stato lo spirito stesso di Dio ad avvolgerla completamente, facendole misteriosamente concepire una nuova vita. Ora, come possiamo coniugare questa descrizione con una spiegazione scientifica di ciò che accadde alla Madonna?

Partogenesi?

È possibile, per esempio, concordare l’intervento di Dio con quella che si chiama partenogenesi, ossia un concepimento non prodotto da seme umano? Si tratta, però, di un fenomeno osservabile solo nel regno vegetale e animale, mai nel genere umano.

E pur ammettendo tale ipotesi, il nascituro dovrebbe essere dello stesso sesso dalla madre. Non c’è niente da fare: il concepimento verginale di Maria resta ancora un mistero assoluto.

Ecco perché molti biblisti e teologi lo ritengono il frutto di una rilettura del brano di Luca, che in origine avrebbe invece narrato di un normale concepimento. Una posizione di comodo, a mio avviso, che tranquillizza la coscienza e la mette al riparo da scomodi percorsi alternativi.

Cosa accadde allora?

Possiamo al contrario partire dal fenomeno che il brano di Luca lascia trasparire: lo spirito di Dio che avvolge completamente Maria – come una nube – permettendole di concepire senza contatto umano.

Nella Bibbia, Dio è descritto non solo come padre, ma anche come «madre» (cfr. Isaia 49,15), poiché racchiude in sé sia l’elemento femminile che quello maschile. Il suo spirito è ciò che comunica la sua natura presso gli uomini (cfr. 1 Corinzi, 2,10-16).

Potremmo allora immaginare che lo Spirito avvolse completamente Maria, così che Dio poté generare spiritualmente Gesù, ossia senza alcun intervento umano. Se restiamo in questa dimensione, troviamo delle straordinarie conferme.

Nei Vangeli, si narrano alcune interessanti informazioni concernenti la nuova forma spirituale che Cristo acquisirà dopo la resurrezione. Si narra, per esempio, che Gesù era apparso improvvisamente agli apostoli, mentre questi se ne stavano chiusi nel cenacolo (Giovanni 20,19.26).

Evidentemente, doveva essere passato attraverso le pareti o, meglio ancora, attraverso le porte, che tra l’altro nella Bibbia sono metafora degli organi genitali femminili. Un passaggio che non avrebbe arrecato nessuna modifica o spostamento dell’oggetto attraversato.

Non è dunque inverosimile l’ipotesi che qualcosa di simile sia accaduto anche nel concepimento di Gesù. Prima di incarnarsi nel ventre di Maria, lo Spirito attraversò il suo corpo senza modificarne la struttura.

Ciò implicherebbe che, prima di nascere, Cristo avesse la stessa fisionomia spirituale che tornò ad assumere dopo la sua resurrezione. Questo è ciò che afferma esplicitamente Giovanni, all’inizio del suo vangelo (cfr. 1,1-2.9), dove dice anche che Gesù era la luce anche prima di nascere.

La novità cosmica del concepimento di Gesù

Questi due preziosissimi indizi ci permettono di iniziare a individuare la novità cosmica della sua venuta nel mondo dell’uomo. Potremmo immaginare la storia di Gesù come un ponte gettato sulla terra e che collega i due mondi in un modo totalmente nuovo da quello in cui Dio comunicava con l’uomo nell’Antico Testamento.

Un ponte che viene dalla luce e che ritorna alla luce e che permea di sé la vicenda terrena di Gesù. Non si tratta di due luci diverse, bensì entrambe appartenenti allo stesso mondo da cui misteriosamente era venuto e a cui altrettanto misteriosamente ha fatto ritorno dopo la sua morte (cfr. Luca 24,50-51).

In particolare, il fenomeno che traspare dal brano di Luca attesta che, quando il mondo di Dio, la sua luce o il suo spirito toccano il nostro, non ne modificano la struttura, proprio come il roveto ardente bruciando non si consumava (Esodo, capitolo 3).

In questo contesto è un po’ più comprensibile – anche se ovviamente non corrispondente ai nostri criteri di verifica empirica – il mistero del concepimento verginale di Gesù. La Chiesa cattolica, però, “estende” la verginità di Maria non solo al momento della nascita di Cristo, ma addirittura al parto.

Verginità perpetua di Maria

Nella sua formulazione più classica, si dice che la Madonna era vergine ante partum (prima del parto), in partu (durante) e post partum (dopo). Se è difficile comprendere il concepimento verginale di Maria, com’è possibile pensare che continuasse a essere immacolata anche dopo il parto?

Secondo certi esegeti, quando Luca dice «colui che nascerà sarà dunque santo» (Luca, 1,35), in realtà in greco è ghenòmenon àghion (γεννώμενον ἅγιον), che può essere tradotto anche “colui che nascerà (in modo) santo, divino”. Così ci sarebbe una velata allusione alle straordinarie modalità con cui Maria avrebbe partorito Gesù.

Forse è da questa base che alcuni mistici e dottori della Chiesa avrebbero poi dedotto che Maria avrebbe partorito senza veder alterata la sua anatomia genitale. L’implicazione di questo sottile ragionamento è che però Gesù sarebbe nato non con un corpo come il nostro, ma come puro spirito.

Pur ammettendo tale ragionamento, vanno tuttavia analizzati altri indizi che renderebbe questo mistero ancora più fitto. Nei Vangeli, dopo la sua morte e resurrezione, Gesù appare diverse volte, in diversi luoghi e a diverse persone.

In quasi tutte le sue epifanie, non si mostra come un fantasma, ma neppure come ci aspetteremmo da un uomo che torna dall’aldilà.

Infatti, l’evangelista Giovanni dice che, apparendo ai discepoli presso il lago di Tiberiade, Gesù abbia mangiato con loro il pane e il pesce che gli era stato offerto (21,10-13-15) e dice a Tommaso di toccare le ferite del costato e delle mani (20,27).

Cos’era diventato dunque il corpo di Gesù di Nazareth? Una questione che ha fatto scervellare per secoli le più geniali intelligenze della Chiesa e che resterà per sempre avvolta in un alone di mistero.

È un corpo come il nostro che tuttavia si sarebbe misteriosamente formato nel seno di una vergine, che lasciava trasparire la luce di Dio in modo eccezionale e che avrebbe continuato a mantenere alcune proprietà fisiche anche dopo la resurrezione?

Simone Venturini

Simone Venturini

Simone Venturini, nato a Fano, Biblista e Professore di Ebraico e Studi biblici è da sempre in prima linea nel settore della divulgazione e della formazione. Vive a Roma insieme alla sua famiglia ed ha ricoperto ruoli importanti nelle più prestigiose università e istituzioni pontificie di Roma. La sua mission è quella di dare alla gente gli strumenti indispensabili per approfondire la Bibbia e capire il senso della vita e della storia.

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