In principio, Dio creò il cielo e la terra.
(Genesi 1,1)
Il primo versetto della Bibbia, il più noto e il più controverso. Anzitutto per la sua brevità, che condensa un intero universo di significati.
Alcune semplici spiegazioni
Anzitutto, una piccola spiegazione tecnica, facilmente comprensibile anche a chi non è avvezzo con le lingue antiche. In Ebraico, il verbo בָּרָא barà significa “fare qualcosa senza usare strumenti materiali”.
Dunque, chi scrisse questi brani – presumibilmente intorno alla fine del VI sec. a. C. – intendeva dire che Dio usò la sola parola per creare, come poi il testo dirà.
Inoltre, l’espressione il cielo e la terra, è usata per dire tutto ciò che esiste tra il cielo e la terra, cielo compreso naturalmente. Perciò traducendo il primo versetto in modo più preciso, potremmo dire così: In principio, Dio senza usare alcun strumento materiale (se non la parola), fece tutto ciò che esiste (tra cielo e terra).
Cosa significa “in principio”?
Detto questo, però, non abbiamo risolto la questione principale, l’enigma della prima parola della Bibbia: in principio.
In Ebraico c’è בְּרֵאשִׁ֖ית bereshit, un’espressione che è composta da una preposizione semplice be – “in” – e reshit – “principio”. La domanda giusta da porsi è: all’inizio di cosa?
Come tutti sanno, secondo Genesi 1, Dio creò il mondo in sette giorni. Nessuno può tentare neppure lontanamente di provare che la frase racchiuda qualche presunta verità geologica. Anche se alcuni, ancor oggi, lo fanno.
Chi scrisse questo brano, una o più persone legate all’ambiente sacerdotale di Gerusalemme che fu esiliato a Babilonia da Nabucodonosor all’inizio del VI sec. a.C., non aveva in mente teorie geologiche.
Sette giorni, ossia una settimana
Invece, questi autori vollero inserire l’opera di Dio in uno schema composto da sette giorni, che rifletteva senza alcun dubbio la settimana. La settimana ha un inizio e una fine.
La fine era lo shabbat e l’inizio era il primo giorno, come il testo dirà. Ma allora cos’è il principio? Principio di cosa?
Cos’è il principio?
Il Big bang, l’inizio dell’universo? Alcuni scienziati sostengono che, prima del Big bang, vi fosse un agglomerato densissimo a temperature ed energie altissime, da cui sarebbe esploso l’attuale universo.
Dicono però anche che, quell’agglomerato potrebbe rappresentare la fine di un processo di contrazione di un altro universo e così via.
Il tempo per la fisica
Tuttavia, il prima e il dopo, sempre per la fisica quantistica, non esiste. Esistono solo degli eventi che avvengono a livello subatomico, ossia nella dimensione delle cosiddette particelle infinitesimali che compongono tutto ciò che esiste, come dice la Bibbia.
Se il tempo non esiste, per chi vale l’inizio? Per chi scrisse la Bibbia, ovviamente e per ciascuno di noi, che ha necessità di collocare una cosa dopo l’altra, una cosa che causa un’altra cosa.
Il tempo umano
Perciò, secondo me, quel bereshit ha un valore semplicemente umano, ma non in sé. L’inizio della misurazione del tempo, che per gli Ebrei aveva una importanza cruciale, al fine di stabilire i tempi delle varie feste rituali.
Perciò, se volessimo capire qualcosa del senso profondo della creazione, dovremmo ipoteticamente pensare alla prima pagina della Genesi senza le determinazioni temporali.
L’evento della creazione e i suoi singoli passi
Senza in principio anzitutto. Resterebbe semplicemente il fatto che Dio fece senza alcun strumento materiale tutto ciò che esiste. Un evento, perciò, un po’ come dicono i fisici moderni.
Un evento però declinato in mille altri, che rappresentano tutti i singoli passi della creazione, così come essa è descritta nei versetti seguenti.
La Bibbia risolve l’enigma del tempo?
La Bibbia, dunque, ci aiuta a risolvere l’enigma del tempo? Sì, perché anche essa attesta che la sequenza del tempo è una cosa prettamente umana, serve all’uomo per i suoi scopi.
No, perché non ci dirà mai cos’è il tempo, ma solo che anche in essa si descrivono eventi, come dice la relatività. A differenza però della scienza, ogni evento fa capo a Dio, in modo inequivocabile.
È questo il salto di fede, naturalmente, tra la scienza e la Bibbia. Un salto, tuttavia, ragionevole e che può essere fatto in un buio un po’ meno pesto!