ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete.
Genesi 3,3
Il versetto terzo è la seconda parte della frase contenuta nel versetto due:
Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare …
È la risposta della donna, ricordiamo, alla sinuosa domanda del “serpente” (in Ebr. נָחָשׁ nachash). In superficie, il testo sembra contraddire una parte precedente della Genesi, dove si diceva che Dio aveva piantato l’albero della vita al centro del giardino (cf. 2,9).
Vuol dire che entrambi si trovano al centro del giardino? La sintassi di Gen 2,9 non indica necessariamente che anche l’albero della conoscenza del bene e del male si trovasse in mezzo al giardino:
l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male.
La congiunzione “e” – (in Ebr. וְ we ) – non obbliga a pensare che anche il secondo albero si trovasse al centro. Tuttavia, nel capitolo terzo (vv. 2-3) sembrerebbe, invece, proprio così. Qualcosa che sta “al centro” è ovviamente qualcosa di importante, che appartiene a Dio.
Tuttavia, ciò non significa che l’uomo possa cogliere indisturbato entrambi. Come vedremo, Dio caccia l’uomo dall’Eden “affinché non stenda più la mano e non prenda anche dell’albero della vita” (Gen 3,22). Sembra, così, che per cogliere dell’albero della vita, occorra prima assaporare quello della conoscenza del bene e del male.
Ciò che qui conta è che nella risposta di Eva si nota un fraintendimento delle parole che Dio rivolge all’uomo. Dio non disse all’uomo di non “toccare” dell’albero della conoscenza del bene e del male, ma semplicemente di non mangiarlo:
ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti.
Gen 2,17
La donna sembra iniziare a subire l’influsso del serpente che insinua, distorce, offre altri punti di vista rispetto a Dio. Nelle parole di Eva, emerge un’immagine di Dio crudele e disumana, moralista e alquanto falsa.
Un Dio che ordina perfino di non “toccare”! Dietro c’è, invece, l’immagine del serpente vuol dare di sé: lui è veramente l’amico dell’uomo: “Ma è proprio vero che Dio vi ha detto … ” (Gen 3,1). Questa astuzia serpentina che si coniuga con il falso moralismo di Eva avrà effetti micidiali sui primi esseri umani.