Lo studioso che più di ogni altro ha influito negli studi sulla formazione del Pentateuco è indubbiamente Julius Wellhausen (1844-1918). Iniziò la sua carriera universitaria come Teologo all’università di Greifswald, dalla quale però si dimise per l’incompatibilità della sua formazione con il compito accademico di formare i futuri pastori della Chiesa riformata.
Continuò, così, la sua carriera in diverse università tedesche prima di approdare definitivamente a Göttingen. Iniziò ad interessarsi all’Antico Testamento, leggendo i libri di Samuele e dei profeti più antichi, Amos ed Isaia. Quando passò al Pentateuco si scoraggiò molto di fronte alla noiosa ridondanza delle leggi israelitiche.
Si chiedeva com’era possibile che la religione israelitica fosse stata ai suoi inizi così ritualista e legalista; studi che poi confluirono nel suo libro sulle origini dell’Esateuco.
La cosiddetta “ipotesi documentaria”
Leggendo però le opere di Graf, scoprì che le sezioni legislative del Pentateuco erano le più recenti. Sviluppò, così, uno schema evolutivo della composizione del Pentateuco che resterà valido fino alla prima metà del XX secolo. Esso era composto di quattro documenti redatti in epoche diverse, dal più antico al più recente.
Lo Jahwista – (Sigla J). È il documento più antico e fu scritto tra l’undicesimo e il IX sec. a.C. nel sud d’Israele. L’arco narrativo comprende la creazione, i patriarchi per giungere fino all’epoca divarico-salomonica quando le promesse ai padri furono compiute.
L’Elohista – (Sigla E) Fu scritto tra il 770 e il 721 a.C., anno della caduta del Regno del Nord. Influenzato dal linguaggio dei profeti, traccia la storia che parte da Abramo fino all’insediamento in Canaan.
Questi due primi documenti furono fusi insieme dal cosiddetto Jehowista, (sigla RJE) alla fine dell’ottavo secolo a.C., quando il Regno del Nord era già caduto. Si tratta di una sintesi storica dove, però, prevale nettamente il documento jahwista.
Il Deuteronomio contiene il documento trovato dal Re Giosia sotto il Tempio (622 a.C.) e tutto lo sviluppo narrativo che ne consegue (sigla D).
Lo “Scritto sacerdotale” (o il libro delle quattro alleanze: con Adamo, Noè, Abramo ed Israele al Sinai) è il documento più recente del Pentateuco, perché presuppone che tutto il culto israelitico si svolga ormai nel Tempio di Gerusalemme. Fu scritto, perciò, nel periodo esilico (sigla P).
Infine, intorno al 400 a.C., D e P sarebbero state sintetizzate, recuperando anche le tradizioni confluite nel RJE. Si formò, così, l’attuale Pentateuco.